Turismo spaziale: a Taranto-Grottaglie il primo spazioporto italiano
Il primo spazioporto italiano nascerà in Puglia, fra la città di Taranto e la vicina Grottaglie, dove ora si trova l’aeroporto Marcello Arlotta. Si tratta di un’infrastruttura destinata ai voli suborbitali per il turismo spaziale, e sarà attivata entro il 2020. Dalla base decolleranno le navette della Virgin Galactic che possono trasportare passeggeri ad alta quota. I voli suborbitali infatti avvengono in una porzione di spazio compresa tra i 15 e i 100 chilometri di quota.
Il via libera è arrivato dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti dopo che l’Ente nazionale per l’aviazione civile (Enac) ha completato l’iter di analisi per individuare il luogo più adatto per realizzare e attivare la struttura entro il 2020. L’iter era iniziato nel dicembre 2016, quando l’azienda italiana Altec, partecipata dall’Asi (l’agenzia spaziale italiana) e da Thales Alenia Space, ha siglato un accordo con la Virgin Galactic, azienda di Richard Branson che lavora ai razzi per portare in orbita i turisti per sperimentare il brivido dell’assenza di peso. Nell’aprile 2018 sono ripartiti i test, dopo tre anni e mezzo dopo il tragico incidente in cui aveva perso la vita un pilota.
Secondo il presidente dell’Asi Roberto Battiston il progetto «pone le basi per un nuovo approccio commerciale per la ricerca in microgravità e per l’addestramento degli astronauti. L’Italia è all’avanguardia nella nuova ‘space economy’ che renderà lo spazio accessibile ad una sempre maggior quantità di persone». Per Battiston il mercato del volo spaziale turistico avrà presto bisogno di «zone dove poter garantire l’atterraggio dei veicoli spaziale in varie parti del mondo, spazioporti che compongano quella rete necessaria per il successo di tale mercato. L’Italia per motivi climatici, per il bel tempo che ci permette visibilità, perché siamo circondati dal mare, perché siamo un bel paese che vale la pena di visitare, possiede le caratteristiche che hanno reso questo Paese interessante per un spazioporto».
L’aeroporto sarà utilizzato per eseguire voli sperimentali suborbitali, per l’addestramento di astronauti e piloti, per scopi didattici e turismo spaziale. La collaborazione proposta si basa sull’utilizzo del sistema di volo spaziale Virgin Galactic, in particolare lo Spazioplano riutilizzabile Space Ship Two ed il suo velivolo vettore, WhiteKnight Two. Il White Knight Two costituisce il primo stadio del sistema e decolla da un aeroporto convenzionale trasportando la SpaceShipTwo fino ad un’altezza di circa 15mila metri, prima di rilasciare la navicella e consentirne l’accensione del motore a razzo che la porterà alla programmata quota operativa.
Foto: via Virgin Galactic