Space economy: Regione Lazio e Asi lanciano la nuova call Esa Bic Lazio
La nuova call del programma di incubazione Esa Bic Lazio, cofinanziato dalla Regione Lazio e dall’Agenzia spaziale italiana (Asi), è stata lanciata per sostenere tutte quelle aziende innovative che operano nel campo della space economy. Il percorso prevede lo stanziamento di un milione di euro per il periodo 2021-2023 che andrà a supportare fino a 20 progetti imprenditoriali, stimolando la nascita e lo sviluppo di idee che applichino conoscenze e tecnologie di derivazione spaziale in altri settori di attività o, in senso opposto, applichino nel settore spaziale tecnologie innovative sviluppate per quello terrestre.
La call Esa Bic Lazio si rivolge ad aspiranti imprenditori, ricercatori, professori universitari, personale tecnico degli organismi di ricerca o delle università e alle giovani imprese in fase di startup. A ogni progetto selezionato potranno essere assegnati fino a un massimo di 50mila euro per i costi legati alla fase di prototipazione, sviluppo del nuovo prodotto e servizio e per la tutela della proprietà intellettuale. Il percorso di incubazione durerà due anni e si svolgerà nello Spazio Attivo Roma Tecnopolo in presenza di esperti Esa e Asi e di imprenditori del network di Lazio Innova. Le domande potranno essere presentate fino a esaurimento dei fondi.
Il settore aerospaziale rappresenta una delle eccellenze della Regione Lazio, grazie a una rete di università e centri di ricerca di fama mondiale, grandi imprese e unità produttive di proprietà di gruppi internazionali. Sul territorio sono attive anche PMI in grado di fornire componenti, servizi e supporto tecnico/industriale. Nel complesso sono circa 250 le aziende tra grandi, piccole e medie con circa 25mila addetti per un fatturato annuo di oltre 5 miliardi di euro (di cui 2,2 miliardi destinati all’export). Nel campo accademico e di ricerca la Regione vanta dieci primari organismi di ricerca, cinque università con quattro facoltà di ingegneria e quasi 30 programmi universitari di formazione superiore e 3mila tra professori universitari, ricercatori e altri specialisti coinvolti in attività di ricerca.