Space Economy, l'era dei nano-satelliti. In Italia i servizi di osservazione Terra valgono 200 mln

Per la Space Economy il trend del momento è quello dei nano-satelliti: «L’avvento di sistemi miniaturizzati combinato alla standardizzazione che ha permesso l’avvio della produzione in serie di alcuni sistemi spaziale, favorendo la diffusione di nano-satelliti di meno di 10 kg, con una notevole riduzione di tempo e risorse necessarie nonché un risparmio del costo della messa in orbita» spiegano Angelo Cavallo e Antonio Ghezzi, rispettivamente Direttore e Responsabile Scientifico dell’Osservatorio Space Economy della School of Management del Politecnico di Milano.

Ma c’è un altro macro-trend: «È il frazionamento, che permette di soddisfare le esigenze dei nuovi utenti del settore spaziale ed è fondamentale per l’erogazione di alcuni servizi, come gli In-Orbit Services» aggiungono Cavallo e Ghezzi.

Il business dei satelliti

I dati, esposti dall’Osservatorio durante il convegno “New Space Economy italiana in rampo di lancio”, mostrano come in Italia, nel 2022, il mercato dei servizi di Osservazione della Terra ha raggiunto il valore di 200 milioni di euro. Vi operano 144 imprese del segmento downstream, per lo più PMI distribuite su tutto il territorio nazionale, che offrono soluzioni e servizi di Digital Innovation basati su tecnologie e dati satellitari.

Proprio il settore dell’Osservazione della Terra è il più rappresentato nelle applicazioni satellite-based (prodotti e servizi che utilizzano dati provenienti da satelliti elaborati da tecnologie digitali). Oggi se ne contano 421, la maggioranza delle 1008 censite a livello mondiale, seguite da applicazioni di Navigazione satellitare (384) e di Comunicazione satellitare (203).

«La Space Economy sta assumendo un ruolo sempre più strategico sia nelle dinamiche di innovazione cross-settoriale che coinvolgono le imprese, sia nella politica industriale dei Paesi più avanzati – spiegano Paolo Trucco e Franco Bernelli Zazzera, Responsabili Scientifici dell’Osservatorio Space Economy -, con un crescente risalto anche nel dibattito pubblico. Dopo anni di gestazione, ci sono oggi segnali evidenti che la New Space Economy italiana sia in rampa di lancio, pronta per giocare un ruolo sempre più centrale anche in Europa».

L’anno del consolidamento

Guardando il lungo periodo, secondo la ricerca il 2022 è stato l’anno del consolidamento, in cui si sono poste le basi per il decollo nei prossimi anni. Tra il 2021 e il 2027, il bilancio complessivo dell’Europa destinato al settore è di 14,8 miliardi di euro, la somma più alta mai stanziata dall’UE per lo Spazio, in un mercato della Space Economy sempre più in crescita. A livello mondiale si attesta attorno ai 100 miliardi di dollari, guidato dagli Stati Uniti con 62 miliardi di dollari di investimenti e un budget NASA di 24 miliardi di dollari per il 2022.

Le imprese italiane del segmento downstream (IT provider e system integrator) operanti nel settore sono 144, aziende localizzate per il 40% nel Nord Italia, per il 40% al Centro, per il 20% al Sud e nelle isole, che hanno un’offerta eterogenea che spazia dai dati ai servizi, passando per tecnologie abilitanti come piattaforme e infrastrutture.

Per il 55% delle aziende i sensori ottici sono la fonte dati principale, mentre il restante 45% si appoggia prevalentemente su tecnologie SAR (Synthetic Aperture Radar). Oltre la metà (56%) dei dati utilizzati provengono da fonti pubbliche europee, il 14% da fonti pubbliche extraeuropee, mentre nel 12% dei casi si ricorre a dati pubblici italiani e solo nell’ 11% dei casi a dati privati di grandi multinazionali.

Startup frenate dalla geopolitica

Nel 2022 le startup della Space Economy hanno raccolto 8 miliardi di euro a livello globale, un rallentamento dopo l’exploit del biennio precedente (con quasi 14 miliardi di euro raccolti 2021). Frenata che secondo la ricerca è dovuta all’instabilità geopolitica, la crisi dei mercati finanziari e alla frenata delle operazioni di SPAC (Special Purpose Acquisition Company), che sono state regolate nel febbraio 2022.

Il mercato dell’Osservazione della Terra – Il 65% del fatturato complessivo di questo settore è legato a enti pubblici nazionali o sovranazionali, Agenzie Spaziali ed Enti pubblici locali come Regioni, Province e Comuni. Il restante 35% è invece imputabile alla domanda proveniente da Grandi imprese, PMI e Startup che stanno per prime investendo in Osservazione della Terra. I principali ambiti di applicazione riguardano diversi settori: da agricoltura a silvicoltura e pesca, da energia a servizi di pubblica utilità, edilizia e infrastrutture. Da finanza, assicurazioni, comparto legale e ambiente a wildlife.

Nella foto: Franco Bernelli

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