Un regolamento per lo smart working per tutelare il tempo libero. La proposta della padovana Carel
Non più di 5 ore di riunione al giorno, pause obbligatorie, e divieto assoluto di invadere l’orario non lavorativo altrui con mail e messaggi. La multinazionale padovana Carel, colosso dell’hardware e software per l’efficienza energetica, ha messo nero su bianco un vademecum per vivere il lavoro da casa in modo sereno.
Dopo i periodi di lockdown, l’azienda – che ha sede a Brugine ma conta circa 2 mila dipendenti sparsi in tutto il mondo – sta continuando a incentivare lo smart working almeno due giorni a settimana. Ma perché l’abitudine diventi sostenibile, serve trovare il modo di separare in modo netto i tempi di vita e lavoro.
Dalle 18 alle 8 del giorno dopo vietato mandare mail e messaggi, al netto dei diversi fusi orari. Stessa cosa per il weekend e i festivi. Se qualcuno è in ferie non va disturbato fino al rientro. Per quanto riguarda l’orario di lavoro, le riunioni vanno ristrette alle persone indispensabili, e limitate tra i 25 e i 50 minuti. Meglio non superare le 5 ore di riunione complessive in un giorno, e fare una pausa tra una e l’altra. Meglio avvisare, poi, se ci si allontana dal pc, ma solo se per più di mezz’ora.
La decisione di istituire il regolamento è arrivata in seguito a diverse lamentele da parte dei dipendenti. «Si lavora senza orario», quella più frequente. «Abbiamo deciso di darci delle regole per disciplinare il tema della disconnessione», ha spiegato il direttore delle Risorse umane di Carel, Carlo Vanin. Le regole sono state decise da un comitato esecutivo composto da 14 persone, compreso l’amministratore delegato. «Le reazioni sono state positive», ha detto Vanin. «C’è stata qualche perplessità su alcuni aspetti, per esempio far entrare in testa ai capi la necessità di non mandare mail e messaggi quando non è il caso: il subalterno si sentirebbe comunque nell’obbligo morale di rispondere anche al di fuori del proprio orario di lavoro».