NOI Techpark, a Bolzano il parco tecnologico ponte tra Italia e Europa
Apre il 20 ottobre a Bolzano, in Alto Adige, NOI Techpark, la nuova casa dell’innovazione italiana al centro dell’Europa. La nuova struttura che verrà inaugurata dalla Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri Maria Elena Boschi, si sviluppa su 190mila metri cubi, pronti a diventare 750mila, ed è già stata scelta da aziende del calibro di Huawei, Maccaferri, Grandi Salumifici Italiani, Leitner per insediare i propri centri di sviluppo. Non solo: l’innovazione si «mette in pratica» all’interno degli oltre 20 laboratori a disposizione di imprese e istituti di ricerca. La particolarità del NOI, il cui acronimo richiama la prima persona plurale e significa «Nature of Innovation», è quella di tenere uniti, in un parco tecnologico pienamente integrato nel tessuto urbano e nella vita sociale della città di Bolzano, centri di ricerca pubblici, imprese innovative e laboratori di ricerca applicata.
La missione: valorizzare l’innovazione italiana
«NOI Techpark, con i suoi laboratori e le sue imprese sarà la piattaforma di interscambio tra le best practice imprenditoriali, di innovazione, di ricerca scientifica applicata dell’intero Paese con il Nord Europa – afferma Arno Kompatscher, presidente della Provincia Autonoma di Bolzano, finanziatrice dell’opera -. Un ponte naturale e ben collaudato, che le imprese italiane quotidianamente già utilizzano per incrementare scambi e relazioni con il resto del Continente. Per questo molte aziende internazionali e italiane stanno scegliendo NOI Techpark per insediare i propri laboratori e uffici dedicati alla Ricerca & Sviluppo. A loro offriamo un territorio che vuole investire su uno sviluppo intelligente e sostenibile, rispettoso della natura e delle persone, che mette l’uomo al centro». Sono 4 i settori di eccellenza sui quali incentrerà i propri sforzi NOI Techpark: Green, Food, Ict&Automation, Tecnologie Alpine.
Le aziende insediate: da Huawei a Maccaferri
Significativi i numeri di partenza di NOI Techpark: oltre 100 milioni di euro di investimento pubblico che raddoppieranno grazie al coinvestimento privato, 40 startup italiane già insediate; 20 imprese innovative italiane che hanno già prenotato lo spazio. Tutte entreranno nel nuovo quartiere entro il 2018. «Grandi aziende come Huawei, Maccaferri, Leitner, Grandi Salumifici Italiani hanno già scelto il NOI per installare i propri centri di ricerca – continua Kompatscher -. La nostra struttura è aperta per accogliere tutte le aziende innovative italiane che vogliano sviluppare in sinergia con il territorio altoatesino un’innovazione che metta al centro il territorio, la natura e l’uomo».
La divisione infrastrutture Ict di Huawei, colosso cinese dell’Ict, costruirà un Innovation hub per le attività R&S nei settori green, alpine, food, automation e welfare. Huawei è già partner tecnologico di Alperia, società pubblica per l’energia, per lo sviluppo della banda larga in Alto Adige. A Bolzano un nuovo reparto per elaborare e sviluppare infrastrutture Ict nel campo della safe e smart city e dell’Internet of Things. Alla pari delle altre realtà, anche Huawei ha dovuto sostenere la procedura di selezione per entrare in NOI Techpark. Così come Maccaferri che dal 2014 ha insediato a Bolzano il proprio Innovation Center che sviluppa nuovi sistemi per il contenimento di frane e valanghe. Un esempio di tecnologia alpina che si integra perfettamente in un territorio che dalla coabitazione con la montagna ha ricavato forza per il proprio sviluppo. Grazie anche al turismo e alle sue infrastrutture – Leitner, leader mondiale nella produzione di impianti di risalita, anch’essa al NOI Techpark – e alle specialità gastronomiche rappresentate nel Techpark da Senfter, marchio dello speck che fa capo al gruppo Grandi Salumifici Italiani di Modena.
Un quartiere ecosostenibile con un richiamo al Monolite nero
La costruzione di NOI Techpark incarna lo spirito green della provincia. Nature of Innovation nasce infatti dal recupero del complesso industriale dell’Alumix di Bolzano, storico stabilimento costruito nel 1937. «Qui passato e futuro si incontrano», spiega Ulrich Stofner direttore del Dipartimento provinciale economia, innovazione ed Europa. L’entrata di NOI Techpark è un edificio chiamato Black Monolith, il monolite nero. La copertura di questo edificio è rivestita con pannelli fotovoltaici scuri e lastre in schiuma d’alluminio scura. «Questo complesso – ricorda Stofner – al momento della sua apertura, nel 1937, era il più grande stabilimento per la produzione di alluminio in Italia.
Si tratta di un esempio fantastico di architettura razionalista, ovviamente sotto tutela, che nel NOI Techpark viene integrato con la modernità rappresentata da questo monolite orizzontale, ricoperto proprio di alluminio, simbolo della conoscenza umana, che richiama 2001, Odissea nello spazio di Stanley Kubrick. Una metafora che prosegue con la leggera inclinatura della struttura che serve a ricordare l’uomo che si alza in posizione eretta man mano che procede nella sua evoluzione. Di fronte all’entrata svetta la torre piezometrica trasformata in opera d’arte contemporanea». Di notte un’illuminazione da set cinematografico esalterà la monumentalità del luogo, segnalando l’incessante lavoro che si svolge all’interno. Si tratta di un quartiere che vivrà in simbiosi con la città: ristoranti; un teatro a gradoni per appuntamenti serali; un centro eventi composto da quattro sale.
Da Ötzi all’Everest, oltre 20 laboratori a servizio delle imprese
In NOI Techpark le aziende potranno sfruttare le sinergie con 6 istituti di ricerca che si avvalgono di collaborazioni internazionali: Fraunhofer Institute Italia, Eurac Research, Unibz- Università di Bolzano, Centro di sperimentazione agroforestale Laimburg, Eco Research, Agenzia CasaClima. Saranno loro, insieme a IDM Alto Adige, agenzia della Provincia Autonoma di Bolzano e della Camera di Commercio che sovrintende allo sviluppo innovativo dell’economia locale, a gestire gli oltre 20 laboratori di ricerca di base e applicata a disposizione delle imprese. Tra questi un’innovativa camera climatica in grado di ricreare condizioni climatiche estreme, e i laboratori di conservazione delle mummie che hanno già lavorato alla conservazione di Ötzi, l’uomo del Similaun.
«L’Alto Adige è già un laboratorio italiano a cielo aperto per la protezione dell’ambiente – conclude Kompatscher -. Nella nostra Green Region stiamo lavorando all’incentivazione della mobilità elettrica, spingendo la produzione energia rinnovabile, incentivando il car sharing per un progressivo addio ai carboni fossili. Con questo parco tecnologico offriamo una base a tutte le aziende italiane che vogliano lavorare su questi temi come su quelli della protezione civile, in particolare sui temi legati ai territori montuosi».