L'Italia? Non è un Paese per innovatori. Penultimo posto nell'indice Assirm
L’Italia mantiene un ampio gap rispetto agli altri Paesi Europei in termini di innovazione. In particolare, non è ancora sufficiente l’impegno sugli investimenti in tecnologia, nei processi, nel marketing e nell’organizzazione lavorativa, nonostante molte imprese, nel passato decennio, abbiano avviato processi di ristrutturazione che assegnano un importante ruolo strategico all’innovazione. Questo deficit spiega una parte del ritardo che l’Italia mostra nel campo dell’innovazione nei confronti della media degli altri Paesi Europei. Questo è in sintesi lo scenario che emerge dalla più recente edizione dell’Assirm Innovation Index (in breve AII), l’Indice che permette confronti con 11 nazioni in Europa sul tema dell’innovazione e ideato da Assirm, l’Associazione delle aziende di ricerche di mercato, sondaggi di opinione e ricerca sociale, che misura la capacità di un Paese di promuovere e generare innovazione. L’indicatore parte dall’assunto che l’Innovazione Paese sia funzione dell’investimento in R&D e non solo delle sue condizioni macroeconomiche.
La nuova edizione dell’Assirm Innovation Index, aggiornata al primo trimestre 2019, pur evidenziando un leggero trend di crescita sul trimestre precedente (+0,1% a 7,6), mostra come sia aumentato sempre di più il divario dell’Italia con gli altri Paesi europei. «Sembra che nel nostro Paese – sottolinea Matteo Lucchi, Presidente di Assirm – l’innovazione possa ancora trovare un terreno fertile, ma nell’attuale panorama europeo, dove spiccano varie eccellenze, questa sufficienza potrebbe non bastare. Il tema dell’innovazione e delle politiche per promuoverla – continua Pessato – è cruciale per l’Italia. Nell’ultimo decennio la nostra economia ha segnato il passo rispetto ai principali Paesi europei. È opinione diffusa che il deficit di crescita economica rifletta problemi strutturali irrisolti, resi più pressanti dai notevoli cambiamenti che hanno caratterizzato l’economia mondiale».
Il confronto con gli altri Paesi è particolarmente negativo, considerando che l’Italia si posiziona al penultimo posto, prima della Grecia, unico Paese con un indice negativo (-9,7). Il podio resta saldamente occupato dalla Svezia (22,9), seguita da Paesi Bassi (19,8) e dalla Gran Bretagna (18,9). Seguono Germania (18,1), Austria (16,5), Francia (12,8), Spagna (11,4) e Portogallo (9,5). Guardando al passato, a partire dal 2014 l’Italia presenta un trend positivo di crescita per quanto riguarda la dinamica d’innovazione, con un andamento che sembra prendere una piega particolarmente favorevole a partire dalla seconda metà del 2016. Tale crescita, tuttavia, subisce una battuta d’arresto a partire dal secondo trimestre del 2018.