Capitali, sgravi e credito d'imposta: le proposte di Italia Startup al governo
Angelo Coletta, da poco più di cento giorni presidente dell’associazione Italia Startup, presenta a governo e parlamento le proposte dell’associazione per far crescere l’ecosistema dell’innovazione. Un piano che si può riassumere in tre punti: iniezione robusta di fondi pubblici e privati, consolidamento degli sgravi fiscali per angel e investitori privati che investono in startup, allargandoli alle Pmi innovative, agevolazioni per le imprese che acquistano startup e investono in talenti.
1. Capitali
«Suggeriamo di innalzare gli importi massimi da 1,5 milioni a 7,5 milioni di euro come già avviene in Francia – afferma Coletta –; di aggiungere tra le spese ammissibili i costi interni di ricerca e sviluppo prodotti; di allungare la durata da 5 a 7 anni dei chirografari o di trasformarli in bullet anche attraverso l’attivazione di garanzie aggiuntive come Innovfin, il prestito garantito dal Fondo Europeo per gli Investimenti, dedicato a imprese innovative che investono in ricerca e sviluppo».
Coletta sposa la proposta governativa di un’immissione robusta di denaro pubblico attraverso Cassa Depositi e Prestiti, sostenuta da un ulteriore supporto di investimenti pubblici e privati attraverso fondi pensione, casse previdenziali, Pir ed Eltif, nell’ambito di un fondo dei fondi dedicato. Misure che, combinate a una detassazione spendibile anche nell’anno fiscale precedente e alla possibilità delle imprese che acquistano startup di scaricare almeno il 50% della spesa sostenuta per favorire il mercato delle exit locali, contribuirebbe secondo Startup Italia a rendere più solido e competitivo l’ecosistema.
Tra le altre semplificazioni proposte dall’Associazione figurano anche: trasformare in liquidità nel modello F24 il credito di imposta che spesso le startup che fanno ricerca accumulano nei propri bilanci; eliminazione nel crowdfunding dell’obbligo dell’investitore istituzionale e possibilità di sottoscrizione delle azioni tramite sistemi di pagamento in modo da velocizzare e semplificare le procedure e, conseguentemente, diminuire i costi; esonerare i fondi di mini-venture (meno di 25 milioni di raccolta) da alcuni adempimenti normativi così da evitare di renderne antieconomica la gestione e la possibilità di moltiplicarsi come attori del mercato pre-seed e seed; continuare a consentire che le perdite delle startup in caso di acquisizione possano essere sempre utilizzabili dall’acquirente senza limiti dimensionali.
2. Sgravi per angel e investitori
La norma attuale consente una quota di detrazione del 30%, fino a un milione di euro in investimenti in startup innovative, da parte di angel e investor. L’associazione chiede tre ulteriori consolidamenti di questa normativa: che la quota detraibile sia elevata al 50%, rimanendo il tetto fissato a un milione di euro; che il provvedimento venga allargato all’investimento in Pmi innovative; che la detrazione sia adottabile anche nell’anno fiscale precedente.
«Il combinato disposto del rafforzamento di queste integrazioni normative – sostiene Coletta – può dare una spinta formidabile all’investimento privato in startup e pmi innovative, con benefici tangibili per gli investitori e per le imprese investite. E quindi per il sistema paese e per la sua innovazione».
3. Open innovation
«Alle aziende che acquisiscono una startup dovrebbe essere riconosciuto un contributo pari a metà del valore dell’acquisizione come credito d’imposta, spendibile nei successivi cinque anni in ricerca e sviluppo – così Angelo Coletta spiega la terza proposta al governo –. In questo modo sarà possibile favorire un mercato delle exit locali che renderebbe molto più liquido e attrattivo per gli investitori l’intero ecosistema. Questo provvedimento, combinato a una completa detassazione del capital gain per i venditori, darebbe vita a un fenomeno molto più consistente dell’attuale, relativamente al corporate venture e a modelli di open innovation nel mercato italiano».
A integrazione di quanto sopra, l’associazione propone anche la decontribuzione totale per le assunzioni a tempo indeterminato nelle startup e Pmi innovative e comunque un’attenzione alla valorizzazione delle risorse umane, inclusi soci e amministratori di imprese innovative, da parte dellegislatore. Attraverso il registro delle startup innovative, il governo può fornire incentivi verticali su un arco di 3-5 anni di contribuzione in modo da favorire il circolo iniziale degli investimenti e alleggerire le imprese di questi costi: «Alla base delle startup ci sono gli uomini: è fondamentale trovare un meccanismo di premialità per le università e i centri di ricerca che le incubano nelle prime fasi»:
Sul fronte di università e centri di ricerca, due ulteriori proposta mirano ad agevolare il rapporto virtuoso tra questi e la nuova impresa innovativa: la possibilità che una startup di successo possa donare/restituire fino all’1% del proprio fatturato, con sgravio fiscale annesso, agli enti di formazione e ricerca che l’hanno vista nascere e che ne hanno favorito l’accelerazione e lo sviluppo; inserire, nel fondo nazionale di rotazione pubblico a sostegno delle università, criteri di premialità secondo parametri quali il numero delle startup generate, di brevetti registrati, di fatturato generato, di exit, integrativi rispetto ai criteri di ripartizione del fondo stesso.