Intelligenza artificiale: in Italia mercato da 300 milioni

Buzzword dei nostri tempi, l’intelligenza artificiale non è però un contenitore vuoto. L’industria che vi ruota attorno in Italia vale 300 milioni di euro come spiegato nell’ultima ricerca dell’Osservatorio Artificial Intelligence della School of Management del Politecnico di Milano. A un anno dallo scoppio della pandemia, i dati confermano che il lockdown non ha frenato il settore, anzi. La crescita nel 2020 rispetto all’anno precedente è stata del 15%, raggiungendo appunto i 300 milioni di euro, di cui il 77% commissionato da imprese italiane (230 milioni) e il 23% come export di progetti (70 milioni). «La resilienza mostrata dal settore AI durante l’emergenza permette di guardare al 2021 con ottimismo – ha commentato Nicola Gatti, Direttore dell’Osservatorio Artificial Intelligence – così come positivi sono gli sforzi a livello europeo per definire delle linee guida che regolamentino lo sviluppo di algoritmi di intelligenza artificiale».

Intelligenza artificiale: come è diviso il mercato

Quando si pensa ad intelligenza artificiale spesso vengono in mente prodotti d’avanguardia, che riguardano la telemedicina o l’industria 4.0. In realtà lo scorso anno sono aumentati di molto anche gli investimenti in chatbot (+10%) e in assistenti virtuali (+28%), spinti dalla necessità di far fronte al lockdown e all’impossibilità delle persone di uscire di casa. Così queste soluzioni di intelligenza artificiale sono diventate ambito su cui le aziende hanno investito per non bloccare la comunicazione con i clienti. Un esempio recente è quello di Aldegheri, maglieria su misura online made in Italy.

Il mercato dell’intelligenza artificiale si basa soprattutto sui software, su cui si concentra il 62% della spesa, guidata dalla vendita di licenze di software commerciali e dallo sviluppo di software o algoritmi personalizzati. I servizi coprono il restante 38% del mercato e sono rappresentati principalmente da system integration e consulenza, mentre gli investimenti in hardware sono ancora marginali.

L’AI nelle imprese

La ricerca in questione ha preso in esame anche 235 imprese medio-grandi italiane: più della metà ha attivato almeno un progetto di AI nel corso del 2020, anche se emergono differenze notevoli: da una parte le grandi imprese, dove queste iniziative sono presenti nel 61% dei casi e si concentrano sulla crescita organizzativa e culturale oltreché sulla valorizzazione dei dati e lo sviluppo di algoritmi; dall’altra, invece, le medie aziende, ancora poco mature. Per quanto riguarda queste ultime sono attivi progetti di intelligenza artificiale solo nel 21% dei casi.

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