Incubatori e acceleratori: in Italia sono 237. La ricerca del Politecnico di Torino
In Italia ci sono 237 incubatori e acceleratori d’impresa, occupano circa 1700 dipendenti e la maggior parte di loro opera nel Nord-Ovest, con prevalenza in Lombardia, dove ne sono presenti 57. Nel resto del Paese si distinguono Emilia-Romagna, Lazio, Toscana e Campania, rispettivamente con 29, 22, 18, 16 incubatori. Nel corso del 2021 sono stati creati 16 nuovi incubatori – un dato in crescita rispetto all’anno precedente – e diversi nati negli anni precedenti hanno cessato le loro attività. Sono i risultati di una ricerca prodotta dal Social Innovation Monitor (SIM) con base al Politecnico di Torino.
Secondo il report, nel corso del 2021 gli incubatori e acceleratori sul territorio hanno incubato circa 3600 startup e hanno fatturato circa 550 milioni di euro. Più della metà (57%) sono costituiti come società a responsabilità limitata. Il 17% sono invece società per azioni. Tra le altre forme giuridiche più comuni troviamo SCARL, SCPA, fondazioni, consorzi e SocCoop.
Per quanto riguarda i principali servizi offerti dagli incubatori il primo risulta l’“accompagnamento manageriale”, seguito da “supporto allo sviluppo di relazioni” e dal “supporto alla ricerca di finanziamenti”. Altri servizi rilevanti sono la fruizione di spazi fisici e la formazione imprenditoriale e manageriale. L’86% degli incubatori e acceleratori hanno infatti dichiarato di svolgere anche attività non direttamente riconducibili alle attività di incubazione e accelerazione, come la partecipazione a progetti e bandi, la gestione e promozione di eventi, attività a titolo oneroso di scouting e open innovation per aziende corporate e altri soggetti, servizi di coworking.
Il network di acceleratori targati CDP
Quest’anno la ricerca ha analizzato anche gli acceleratori creati a partire dal 2021 da Cassa Depositi e Prestiti (Cdp) nella «Rete Nazionale Acceleratori CDP – Venture Capital». Alla fine del 2021 risultavano avviati i primi 8 dei 16 acceleratori della rete. Tali acceleratori, realizzati in partnership con altri soggetti, sono distribuiti uniformemente nel territorio italiano: sono stati avviati 5 acceleratori nel Nord-Ovest della penisola, 4 nel Nord-Est, 4 nelle regioni del Centro e 3 in Sud e Isole.
Come dichiarato dal direttore della ricerca, il professor Paolo Landoni, «oltre ad essere ripresa, la crescita degli incubatori e acceleratori si sta anche specializzando. Non solo gli Acceleratori CDP hanno dei focus verticali, altri soggetti si stanno concentrando su diversi settori o diversi approcci, come quelli già visti l’anno scorso del venture builder e degli startup studio. Per questo motivo quest’anno oltre all’approfondimento sugli acceleratori CdP abbiamo anche iniziato a differenziare tra incubatori e acceleratori».
«I risultati della ricerca – afferma Stefano Soliano, Vice Presidente di Innovup – ci restituiscono la realtà di una filiera dell’innovazione in salute, ma con ancora un grande potenziale inespresso. Per creare un meccanismo di crescita virtuoso per le startup e i centri di innovazione coinvolti oggi, una revisione del contesto normativo attuale è più che mai necessaria, sia per quanto riguarda le definizioni e per le agevolazioni previste per i soggetti che già vi partecipano, sia e per tutti coloro che vorrebbero farne parte».
Foto: Paolo Landoni