Harmonic Innovation Hub: nasce in Calabria il polo tecnologico che guarda al Mediterraneo

Trasformare la Calabria e il Sud Italia in cerniera tra le energie di un’Africa giovane, le ambizioni dell’Oriente antico e la maturità dell’Occidente atlantico, rifacendo del mediterraneo non un luogo di scontri ma di incontri. È l’obiettivo che si pone Harmonic Innovation Hub, 40mila metri quadrati a Catanzaro che diventeranno uno dei più grandi spazi per l’innovazione del Paese destinati ad ospitare corporate, pmi e startup, centri di ricerca. Finanziato con oltre 35,5 milioni di euro da Azimut Libera impresa, lo spazio, oggi in costruzione e attivo dal primo semestre 2024, è stato concepito per favorire il progresso tecnologico e imprenditoriale di tutta l’area del Mediterraneo.

“In Calabria – commenta Francesco Cicione, fondatore e presidente di Entopan e ideatore del progetto – si avverte la speranza concreta della possibilità di aprire una stagione nuova grazie al coraggioso lavoro delle università e delle istituzioni. Con il nostro progetto vogliamo dare il nostro piccolo contributo a questa nuova fase. Siamo grati ad Azimut: il suo supporto coraggioso permette alla nostra idea di ecosistema di entrare in una seconda fase di sviluppo. È la testimonianza di come le idee buone ed innovative possano attrarre investimenti anche nei nostri territori e di come l’incontro fecondo tra una impresa creativa e un capitalismo generativo, possa promuovere una soggettività territoriale poietica, implementando modelli sostenibili di investimento e matching fund anche in prospettiva pubblico-privata”.

Il progetto Harmonic Innovation Hub

Harmonic Innovation Hub nasce per favorire il progresso tecnologico e imprenditoriale in tutta l’area del Mediterraneo su segmenti ad alto impatto sociale come economia circolare, rural innovation, smart industry, smart society, scienze della vita. “Vogliamo realizzare un ecosistema dell’innovazione di iniziativa privata, ma di interesse pubblico – aggiunge Cicione -. Un’infrastruttura materiale e immateriale, un sistema fisico ma anche un sistema delle competenze che abbia un suo baricentro magnogreco – quindi l’Hub di Catanzaro, ma anche il secondo Hub che è in fase di realizzazione a Catania, con Etna Hitech, nostro socio e partner, che abbia ramificazioni sull’intero territorio nazionale e a livello globale”.

harmonic innovation hub

“Che sia però al servizio dei processi e delle ambizioni di internazionalizzazione del nostro ecosistema italiano per l’innovazione – prosegue Cicione –, con l’obiettivo di favorire e di promuovere una centralità del nostro ecosistema a livello globale sulla base di una tesi di fondo: il nostro ecosistema italiano farà sempre fatica a competere con i principali ecosistemi internazionali sul piano quantitativo. Pensiamo invece che il sistema italiano possa diventare centrale sulla base della rilevanza qualitativa: può essere un soggetto che porta in dote quella tradizione diffusa del saper fare italiano che ha già prodotto degli unicorni e i campioni della nostra manifattura italiana, che sono in grado di combinare tradizione e innovazione. In questa prospettiva noi vogliamo creare questo ecosistema che abbia la funzione di integratore di ecosistemi”.

Per questo il polo di Catanzaro vuole essere descritto come “Ecosystem Integrator”: “Quello che vorremmo fare non è sfidare gli altri ecosistemi globali sul terreno del loro modello di sviluppo. Cosa che in Italia fa già benissimo, coraggiosamente, ambiziosamente il sistema di Milano, il sistema lombardo, quello è forse l’unico sistema italiano che può raccogliere la sfida di provare a vincere all’interno del modello di sviluppo dei grandi ecosistemi globali. Noi, invece, non vogliamo vincere all’interno, vogliamo contaminare dall’interno, orientare dall’interno quegli ecosistemi portando in dote una visione che ha radici neoclassiche, umanistiche, del saper fare, mediterranee”. L’idea è quella di creare un ecosistema che accompagni l’innovazione in tutta la sua filiera, una piattaforma di innovazione as a service, aperta, open source.

I soggetti coinvolti, da Plug and Play a Fondazione Bruno Kessler

Tra i soggetti già coinvolti ci sono Plug and Play, che implementerà all’interno dello hub una vera filiera dell’innovazione. Plug and Play troverà nell’attività dell’Harmonic Innovation Hub opportunità di crescita nell’area del Mediterraneo per le startup parte del proprio ecosistema. In particolare, le giovani imprese che risponderanno ai requisiti richiesti potranno accedere ai programmi annuali di venture acceleration e open innovation di Plug and Play, con l’obiettivo, in quattro anni, di partecipare e favorire la crescita di almeno 250 startup italiane e non.

Tra i nomi coinvolti per la parte di ricerca c’è Fondazione Bruno Kessler, sono attive inoltre collaborazioni con Deloitte e Ernst&Young per la parte di advisory, con Intesa San Paolo, Azimut, Fondo Sefea, con Banca Etica per la parte finanziaria.

Un nuovo modello di innovazione

Alla domanda “Perché a Catanzaro?”, Cicione risponde: “Intanto perché siamo calabresi, e sai siamo testardi e testoni. E poi perché volevamo dimostrare, con uno sforzo controintuitivo, che nel Sud Italia si può fare, che il Sud Italia può recuperare quel salto schumpeteriano, quindi recuperare i pezzi di sviluppo che finora gli sono mancati. Ma anche perché vogliamo dimostrare che nel Sud Italia si possono fare delle cose folli senza ricorrere alla finanza pubblica, senza consumare valore pubblico, ma addirittura producendolo, generandolo, svolgendo una funzione poietica nei confronti della pubblica amministrazione e del territorio nel quale si vive”.

E conclude: “Abbiamo l’ambizione che non solo la Calabria, ma la Calabria e la Sicilia orientale – che formano questa piattaforma magnogreca – possano diventare l’Italia di punta o l’Europa di punta, non solo dal punto di vista geografico, ma anche per esprimere una capacità di visione di futuro, una capacità di innovazione che dal mio e dal nostro punto di vista è complementare a quello che sta avvenendo in altre parti d’Italia. Io penso che noi siamo il necessario complemento a quello che sta avvenendo a Milano. Milano compete con gli altri ecosistemi globali sul loro terreno di gioco, noi siamo il complemento di questa offerta. Noi siamo l’Italia delle eccellenze diffuse, delle aree marginali, che costruiscono quasi un mistero antropologico, sociologico e vogliono essere protagoniste a livello globale non vincendo su quel modello di sviluppo, ma contaminando e orientandolo verso la visione di un nuovo modello di sviluppo, che noi riteniamo essere quello dell’impresa di lungo termine, della prospettiva intergenerazionale. Vogliamo fare del Sud Italia una piattaforma per l’innovazione rilevante a livello globale”.

Nella foto di copertina: Francesco Cicione, Founder e Presidente di Entopan

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