Food delivery, la spagnola Glovo si "mangia" Foodora Italia
Glovo si mangia Foodora Italia. E si candida a diventare leader nel mercato del food delivery del Belpaese, acquisendo la rete del concorrente tedesco, che lo scorso agosto aveva annunciato l’intenzione di lasciare il nostro mercato.
È Glovo – startup spagnola che consegna pasti a domicilio in 76 città di 20 Paesi tra cui 12 aree urbane italiane tra cui Milano, Roma, Torino, Bologna e Firenze – ad annunciare l’operazione, ufficializzata con un accordo con la società tedesca Delivery Hero, proprietaria del marchio Foodora. L’operazione prevede diverse fasi che porteranno le due realtà sotto il solo marchio Glovo. La piattaforma di Foodora Italia sarà attiva fino ad allora.
Ad oggi Glovo ha conta oltre 1 milione di utenti e 5.600 partner associati commerciali. Il mercato potenziale che si apre dopo l’acquisizione è di 620 mila utenti e 4.500 partner.
«La diversificazione della nostra offerta di consegne on demand, estesa a ristoranti, supermercati, farmacie e negozi di ogni genere è un approccio di business che ci ha premiato sul mercato – commenta Matteo Pichi, Country Manager di Glovo Italia -. In un solo anno infatti, siamo passati da essere attivi in una sola città, Milano, a coprire capillarmente oltre 12 attraverso accordi commerciali con numerosi importanti partner da Roadhouse e La Piadineria, a McDonald’s fino a To.Market, il supermercato online disponibile sette giorni su sette. I clienti oggi vogliono soprattutto risparmiare tempo, delegando commissioni e incombenze a chi lo sa fare in modo efficiente, e vogliono poterlo fare da un’unica app che deve offrire un’ampia scelta di servizi, semplicità e immediatezza».
Pichi cita gli investimenti raccolti da Glovo, «115 milioni di euro solo nel terzo round chiuso a luglio di quest’anno», che «hanno permesso di ottimizzare ulteriormente la nostra piattaforma tecnologica, fulcro vitale del nostro business, per proporre un servizio ancora più semplice, pratico e tempestivo a tutti i nostri interlocutori: rider, utenti ed esercizi commerciali».