La nuova Silicon Valley europea: le aspettative di Federated Innovation per l'area Mind
“Mind non è una società, un incubatore, un centro di ricerca. Non ha ragione sociale. Mind è un’area fisica tra i comuni di Rho e Baranzate. È come dire Silicon Valley: un luogo di tutti votato all’innovazione, che si potrà espandere proprio come è avvenuto in California”: a raccontarlo con queste parole è Tommaso Boralevi, presidente di Federated Innovation @Mind, modello collaborativo pubblico-privato nato all’interno di Mind, promosso da Lendlease, con il contributo di Cariplo Factory, che comprende decine di aziende, centri di ricerca e realtà no profit tra cui A2A, ABB, Accenture, AstraZeneca, Bracco, Fondazione Triulza, Cisco, Daikin, Enel X, E.on Italia, Elettronica, Esselunga, Fabrick, Life Sciences District, Maire Tecnimont, Mapei, Nippon Gases, Novartis, Poste Italiane, Stevanato Group, Tim.
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Qual è il modello alla base dello sviluppo di Mind?
“L’ingrediente principale è la velocità: un ecosistema in cui sono coinvolti soggetti pubblici, privati e no profit ha la possibilità di far partire rapidamente i progetti, senza farsi sopraffare dalla velocità di cambiamento delle tecnologie. Qui c’è tutto: università, centri di ricerca, no profit, grandi aziende, pmi.”
Che ruolo ha Federated innovation?
“È la rete che ha l’obiettivo di sviluppare il processo di crescita in modo più veloce – non a caso comprende anche molte realtà che non hanno sede in Mind, ma che sono interessate a sviluppare progetti. Mind è un luogo di innovazione a tutto tondo e le aziende stanno iniziando a capirlo e ci scelgono. È un luogo dotato di tutti i “pezzi” per sviluppare processi di innovazione. Il fine è, tra gli altri, attirare aziende e realtà internazionali che ancora non sono presenti in Italia, così come sta già succedendo”.
Degli esempi?
“La startup di Austin Pipedream Labs, che sviluppa tunnel sotterreanei per la consegna di pasti e merci, ci ha contattati per investire nello sviluppo di un possibile progetto in area Mind. Pensiamo poi a Skydeck, l’acceleratore di Berkley che come sede europea ha scelto Mind”.
E l’impatto sui territori limitrofi?
“È uno dei nostri pilastri. I progetti hanno sempre ricaduta sul territorio: pensiamo alla startup tedesca Theo, che sviluppa robot autonomi per le consegne dell’ultimo miglio, che è venuta da Berlino ad accelerare i suoi porocessi in Skydeck a Milano e che realizzerà il suo primo progetto pilota sulle piste ciclabili di Rho. Nella capitale tedesca non erano riusciti a ottenere i permessi. Qui, grazie al coinvolgimento di pubblico e privato, è molto più facile”. Un altro esempio è Naumachia di Baranzate, azienda di tecnologia olografica del territorio, che entrerà nella nuova area design di Federated Innovation. Le realtltà del circondario ptrebbero entrare in Mind, se ne avranno i requisiti. Pensare al Carcere di Bollate, per esempio, con la sua avanguardistica innovazione sociale. L’obiettivo di tutto è che Mind cresca come la Silicon Valley: si è cominciato da uno/due paesi, poi innovazione chiamava innovazione e si espendeva. In uno studio in collaborazione con Hbr, poi, abbiamo misurato gli impatti economici e sociali di Mind”.
Che cosa emerge?
“A livello nazionale, i principali risultati mostrano un impatto complessivo sul prodotto nazionale di 877 milioni di euro (219 milioni di euro in media all’anno). L’impatto occupazionale è stimato essere l’equivalente di 3.564 e 6.090 posti di lavoro a tempo pieno, considerando rispettivamente solo i dipendenti o anche i lavoratori autonomi (891 e 1.523 in media all’anno). A livello regionale, i principali risultati mostrano un impatto complessivo sul prodotto di 414 milioni di euro (138 milioni di euro all’anno). Le stime dell’impatto totale sull’occupazione sono comprese tra 1.903 e 3.274 posti di lavoro a tempo pieno equivalenti (tra le 476 e le 819 unità di lavoro in media all’anno). Complessivamente, si stima che tutti i settori insieme (retail, alberghiero, uffici centrali, laboratori R&S) coinvolgeranno 9.115,5 dipendenti all’anno”.
Come sta crescendo, invece, Federated innovation?
“Ora sono 40 le aziende coinvolte su diverse progettualità e più di 100 iniziative lanciate dal network nel 2022. Un primo anno di attività che pone delle solide basi per un ulteriore sviluppo dei progetti e della stessa rete di imprese. Federated Innovation @Mind si basa sulla visione “collaborate to compete”: un modello che supera l’open innovation classica, volto a generare iniziative di ricerca e innovazione, favorire il trasferimento tecnologico e la contaminazione di idee su una piattaforma aperta alla collaborazione di tutte le aziende, università ed enti coinvolti, e con una struttura legale a tutela della proprietà intellettuale. Ed è proprio da questo modello che sono nati i cento progetti innovativi che sono stati sviluppati nel corso del 2022 afferenti alle due macro-aree delle “scienze della vita” e della “città del futuro”.”
Può raccontare qualche progetto già realizzato?
“Un esempio è il primo hackathon organizzato da Synlab, insieme a Cariplo Factory e Lendlease col fine di sviluppare idee per migliorare il benessere e lo stile di vita delle persone, sfruttando il potere dei dati e delle nuove tecnologie. Il gruppo vincitore in Italia ha raggiunto il 4° posto nel contest finale in Europa con il progetto “Quokkay”, un’app per incentivare il ricorso alla psicoterapia attraverso il gioco. Un altro progetto avviato e che verrà ulteriormente sviluppato nel corso del prossimo anno è Femur, iniziativa di Value Based Medicine che coinvolge le aziende Stevanato Group e Nippon Gases e che mira a definire e proporre nuovi protocolli e percorsi di cura per i cittadini, grazie alla collaborazione stipulata con l’I.R.C.C.S. Ospedale Galeazzi-Sant’Ambrogio, altra struttura che si trova all’interno dell’area Mind. All’interno dell’area Greentech & Circular Economy sono stati avviati progetti ambiziosi, come quello promosso da A2A in collaborazione con la startup Nextsense con l’obiettivo di ridurre gli inquinanti atmosferici e migliorare la qualità dell’aria outdoor. “Street Air Purifier”, questo il nome del progetto, consiste nella sperimentazione di un innovativo sistema di illuminazione outdoor in grado di combattere l’inquinamento atmosferico attraverso una reazione di fotocatalisi che sfrutta la combinazione di biossido di titanio di tipo rutilo con frequenze luminose Biovitae. Per il progetto sono stati installati dieci prototipi sui lampioni dell’illuminazione stradale all’interno del Mind”.