E-learning per la formazione aziendale: quando la digitalizzazione è irreversibile
La digitalizzazione della formazione in azienda, nonostante il ritorno in ufficio e il progressivo abbandono dello smart working, è un processo ormai irreversibile. La pandemia, infatti, sembra aver definitivamente aperto la porta sull’integrazione stretta e dinamica tra le attività online e quelle onlife, e questo vale anche per il mondo della formazione.
Se durante il primo lockdown il boom dei corsi di formazione in streaming e on demand poteva essere prevedibile, data l’imprevedibilità della situazione, è nei mesi successivi che il settore ha iniziato a fare i conti con una vera e propria trasformazione culturale sul modo in cui siamo abituati a pensare all’e-learning. Non più una risorsa alternativa, per il tempo libero, ma uno strumento per rendere più smart i progetti di reskilling e upskilling aziendali.
Chi sulla formazione digitale aveva già deciso di investire, infatti, si è fatto trovare pronto alle soglie della pandemia, raccogliendo in pochi mesi i frutti di un investimento a lungo termine. È successo a Lacerba, startup milanese nata proprio per offrire strumenti e contenuti formativi online a privati e aziende. L’azienda nel corso dell’ultimo anno ha visto raddoppiare il suo fatturato e addirittura triplicare le ore di contenuti visualizzati. E i risultati economici continuano a crescere anche con il ritorno in ufficio, a testimonianza di un trend ormai irreversibile.
Lacerba aveva iniziato già nel 2015 a creare un ampio catalogo di videocorsi sulla programmazione, sul marketing digitale e sulle soft skills legate all’innovazione, fruibili attraverso una tecnologia proprietaria in grado di customizzare l’esperienza formativa. Un lavoro che ha permesso alla startup di presentarsi alle soglie della pandemia con un’offerta in grado di rispondere alle esigenze di grandi corporate come Vodafone, Mondadori, e Lidl, ma anche di realtà innovative e in forte crescita come Casavo.
Una nuova idea di e-learning
Lacerba ha radici berlinesi. È nella capitale tedesca che nel 2015 Michele Di Blasio raggiunge Daniele Ugolino e Matteo Fratesi, entrambi programmatori, per dar vita a un ente di formazione digitale: «Volevamo rivolgerci a chi come noi voleva lanciare una startup, per spiegare come fare», racconta Di Blasio, oggi Ceo di Lacerba. «I primi videocorsi sono andati bene, e dopo un anno siamo tornati in Italia per lavorare più a stretto contatto con i nostri studenti. Di lì a poco Lacerba lancia una piattaforma di e-learning proprietaria dedicata alle aziende, chiamata «Skillsincloud», per abilitare i clienti business verso il digital learning. Grazie alla piattaforma, Lacerba è in grado di semplificare e ottimizzare le esperienze di studio, abilitando un pool di docenti professionisti del marketing e della programmazione al mondo dell’e-learning. Lacerba eroga anche due Executive Master, in Digital Strategist e in Web Content Manager, riconosciuti dall’Università LUM.
Una crescita, quella della startup, avvenuta in modo organico e costante. «Non abbiamo mai ricevuto finanziamenti esterni, e abbiamo sempre reinvestito tutto nelle persone», spiega Di Blasio. Oggi il team di Lacerba è composto da 12 persone. Il boom arriva però durante il Covid: con la pandemia Lacerba raddoppia la base utenti sul sito, chiudendo il 2020 a 500 mila euro di fatturato, raddoppiando i risultati del 2019 sia nel mercato B2C che nel B2B, e arrivando a contare, complessivamente, più di 80 mila studenti. Quanto ai corsi, nel 2020 il numero di ore di contenuti visualizzati è triplicato rispetto al 2019.
I «designer» della formazione
«Abbiamo un ampio catalogo di corsi professionalizzanti che produciamo continuamente», spiega Barbara Galiazzo, corporate instructional designer per l’area aziende di Lacerba. «Da qualche anno abbiamo iniziato a declinare questa offerta in percorsi formativi strutturati per le aziende, pensati ad hoc in funzione delle loro esigenze». La chiave dei progetti formativi di Lacerba è proprio l’intreccio tra i contenuti e le modalità di erogazione, reso possibile anche dalla flessibilità garantita dalla piattaforma di e-learning proprietaria. «Strutturiamo, in genere, programmi blended che partono dai contenuti on demand, utili a sedimentare le basi teoriche tra gli studenti, e li integriamo con lezioni live: workshop e business game per stimolare interazione e collaborazione nella messa in pratica delle competenze», prosegue Galiazzo. «Il grado di customizzazione è totale. In questo modo il processo di design della formazione diventa in pratica una consulenza che forniamo all’azienda». È stato questo il caso di realtà come Vodafone, ma anche di strutture più piccole e dinamiche, profit e no-profit, che hanno commissionato a Lacerba programmi di formazione strategica. «Il modello blended ha funzionato sia con le corporate – dice Galiazzo – sia con enti completamente diversi, come la Onlus ConPaola: la parte live è servita a svolgere esercitazioni pratiche di design thinking e a calare quanto insegnato nelle specifiche realtà».
Una strada definitivamente aperta
Il caso di Lacerba testimonia una volta di più come la pandemia abbia favorito chi aveva già scelto di mettere il digitale al centro del proprio business. Una scommessa che si è rivelata vincente sul lungo periodo. «È vero, oggi c’è voglia di attività in presenza, ma la strada per la formazione online si è definitivamente aperta», dice Di Blasio. «Non si può pensare di escludere di nuovo il digitale dalla formazione strategica, sia a livello di contenuti sia a livello tecnologico. La sfida dei prossimi anni sarà una sfida di learning design, per rendere sempre più integrate le attività di formazione sui diversi canali. L’obiettivo è quello di creare strategie di countinuous learning che rendano la crescita un’abitudine diffusa, una best practice, e non il risultato di singoli investimenti tra loro scollegati. Questa è la nostra sfida – conclude il Ceo di Lacerba – eravamo pronti prima del Covid, oggi sappiamo che non si tornerà indietro».
Il team di Lacerba