Digital Innovation Days, intervista alla tiktoker Megi Bulla: «Gli influencer del futuro sono le persone normali»
L’edizione 2022 dei Digital Innovation Days (qui le prenotazioni), in programma dal 26 al 28 ottobre ai Talent Garden di Milano, vedrà protagonisti molti esperti e professionisti del settore digitale. Influencer, tiktoker e content creator presenteranno il proprio lavoro in tre giornate ricche di eventi in presenza e online. Tra questi Megi Bulla, attiva nel BookTok, cioè quella parte di TikTok interamente dedicata ai libri e alla lettura. Megi, che ha 27 anni e abita in Trentino, attualmente conta 220 mila follower su TikTok e 36 mila su Instagram. Interverrà nella sala Influencer Marketing, moderata da Matteo Pogliani, founder di ONIM, con uno speech intitolato ‘Gli influencer del futuro: quali sono le nuove nicchie da tenere d’occhio’.
Abbiamo incontrato Megi, che è conosciuta sui social come @labibliotecadidaphne, e quello che segue è il risultato di una piacevole conversazione con una giovane piena di entusiasmo e creatività, che è riuscita a fare della sua passione per i libri un lavoro.
Il tuo canale, la biblioteca di Daphne, è stato aperto nel febbraio 2021. Inizialmente era un hobby, ora, invece, è diventato il tuo lavoro. Com’è nato il canale e qual è stato il suo sviluppo? Avevi già esperienza nel settore?
Non avevo esperienza, anzi, sono la persona più lontana che tu possa immaginare dal mondo social e non ho mai pensato a questa cosa come un ipotetico lavoro. Invece ho pensato ‘mi piace leggere, mi piace collezionare libri, non l’ho mai fatto prima’. Ho comprato un billy (settore di libreria componibile, ndr) e l’ho messo in un angolo della casa, vuoto. Il secondo step è stato filmarmi, cosa che ho sempre amato (ora Megi ha alle spalle una libreria grandissima e piena di libri colorati e gadget, ndr). In particolare adoravo filmarmi mentre scartavo i pacchi. Mi piaceva rivivere l’emozione che provavo aprendo un pacco. Un regalo, alla fine, è quello: lo scorcio di emozioni che provi quando lo apri. Inizialmente ho aperto il profilo con un nome fittizio. Dopo un po’ mi sono sentita ridicola e ho cancellato tutto. Però mi mancava, anche se i video li guardavamo solo io e mio marito. Quando ho riaperto il canale, spronata da lui, ho fatto vedere la faccia e ho cominciato piano piano. Arrivati a 1000 follower ho iniziato con le live e ora eccoci qua. Sembra passato tanto tempo, invece è stato l’altro ieri.
Il tuo canale è cresciuto molto in fretta. Sappiamo, naturalmente, che la velocità è una caratteristica fondamentale dei nuovi social: c’è la velocità nello ‘scrollare’ degli utenti, i video vengono apprezzati di più se sono brevi, i trend cambiano di giorno in giorno. L’influencer deve essere in grado di tenere il ritmo. Tu come ci riesci?
TikTok, va precisato, non è un social ma una piattaforma d’intrattenimento. Offre intrattenimento istantaneo e quindi permette di crescere molto in fretta. La difficoltà sta quindi nel mantenere i follower, più che nel creare contenuti. Come ci riesco? Credo con una grandissima voglia di mettermi in gioco costantemente e di non dare mai per scontato una presenza fissa delle persone. In una piattaforma così veloce, dove i trend cambiano dalla mattina alla sera, dove l’algoritmo oggi favorisce un contenuto che ieri ti avrebbe bocciato, devi essere molto spontaneo e costantemente creativo. TikTok ti dà tantissimo e i follower arrivano velocissimi, ma li si perde in un colpo solo, basta una parola di troppo. Riuscire a mantenerli significa che si sta facendo un buon lavoro, ma non bisogna comunque dare per scontato che domani ci siano ancora. Io non ho idea di che contenuti pubblicherò domani: preferisco questo tipo di rapporto spontaneo e credo che loro lo apprezzino. Mi faccio vedere in pigiama, dimostro che non bisogna essere per forza delle taglie da manichino per poter fare questo tipo di lavoro e per potersi presentare al pubblico. In pratica, mi mostro nel quotidiano che ci accomuna tutti. Molto spesso mi dicono che sono la tipica ragazza della porta accanto o quella che potresti trovare in fila alle poste o al supermercato e io sono orgogliosa di questo.
Allo stesso tempo, però, tu racconti di un’attività che solitamente compiamo in momenti tranquilli e che può impiegare anche molto tempo: la lettura. Inoltre, proponi delle dirette di lettura, alcune sere alla settimana, in cui chiunque può connettersi e leggere il proprio libro in tranquillità. Analogamente, c’è chi propone delle live studio. Il segreto è dunque la creazione di un senso di comunità?
È fondamentale il senso di appartenenza. Io non chiamo ‘follower’ le persone che mi seguono: loro sono la mia community. Dopo il Covid mi sono resa conto che moltissimi ragazzi si sono sentiti estremamente soli e abbandonati. Ho visto queste live studio e alcuni dei miei (allora pochi) follower mi dicevano che non avevano nessuno con cui discutere delle letture o che semplicemente non riuscivano a prendersi il tempo di leggere perché la vita era troppo veloce. Quindi, alla fine di una live che ho fatto poco dopo aver raggiunto i 1000 follower, ho proposto di trovarci alle 21 per leggere insieme. Eravamo solo in tre, ma poi è diventato un format fisso. Adesso anche molti altri lo propongono. Questa nuova generazione ha bisogno di sentirsi parte di qualcosa. Gli è stato tolto tutto: scuola, attività sportive e artistiche, momenti di svago. Nelle live studio e in quelle di lettura ci si sente appartenere a qualcosa, non ci si sente soli. L’idea di avere altre 600 persone in giro per l’Italia che stanno leggendo insieme a te in quel momento, è ciò che ti fa sentire parte di qualcosa. Penso che il successo sia dovuto a questo, sia dovuto purtroppo a questa solitudine.
Quali sono i tuoi rapporti con le case editrici?
Quando ho cominciato a pubblicare su TikTok non c’era interesse da parte delle case editrici per la piattaforma. Adesso è tutto diverso: ad oggi ci sono collaborazioni anche con utenti con un following molto basso. Mi ero presentata io alle case editrici, a quelle che pubblicavano il genere che mi interessa, il fantasy. Non ho mai ricevuto risposta. La mia prima collaborazione è arrivata dopo gli 85mila follower, non perché il numero fosse alto ma perché è stato proprio allora che le case editrici si sono avvicinate a TikTok.
Come funzionano le collaborazioni con loro?
In due modi: il primo è un gifted by, per cui ti viene regalato un prodotto e sta a te scegliere se mostrarlo, non mostrarlo, come mostrarlo e in che tempi. L’adv, invece, è un tipo di collaborazione pagata in cui vengono messi dei paletti come il tipo di contenuto da registrare (che personalmente non apprezzo) o una tempistica secondo cui leggere e recensire il libro. Si comincia sempre con un gifted by. Quando poi l’azienda capisce che il tuo lavoro può essere un investimento, allora si lavora dietro pagamento. Ad oggi, pressoché tutte le case editrici italiane collaborano con me, però leggendo solo fantasy ce ne sono alcune che si vedono più spesso, per forza di cose. Mi sembra un sogno vedere in libreria lo scaffale ‘BookTok’, se ripenso a quando ho iniziato. Mai prima d’ora è stata data così tanta importanza alla promozione digitale. Non si è mai visto uno scaffale ‘Instagram consiglia’ o ‘YouTube consiglia’, non perché queste due piattaforme non fossero importanti, ma perché non c’era interesse da parte dell’editore di dare così tanta visibilità ad una piattaforma digitale. Questo è un passo avanti anche per la comunicazione.
Parlando dei Digital Innovation Days, dove sarai ospite: nel titolo del tuo speech menzioni gli ‘influencer del futuro’. Chi sono e che novità portano nel mondo social?
Gli influencer del futuro sono le persone normali, appassionate e che parlano delle loro cose come farebbero con un amico, senza fronzoli e costruzioni. L’influencer del futuro deve avere una passione da presentare. Parleremo nello specifico degli influencer di nicchia, cioè quelli che si rivolgono a un particolare ambiente che viene considerato piccolo, ma che comunque ha molto successo nei social. Sono molto contenta della visione che si sta iniziando ad avere degli influencer: sono persone normalissime con un lavoro normalissimo e che guadagnano dei soldi per il lavoro che fanno, con i quali pagano le bollette e l’affitto. Apprezzo molto che i DIDAYS diano spazio a persone come me, in modo che passi il messaggio che l’influencer non è solo uno da milioni di follower e non deve essere per forza quello che ti mostra come si veste, come si lava i denti e come si mette il pigiama. L’influencer del futuro è una persona normale, che ti parla di se stessa e di ciò che ama fare in maniera unica e creativa. Ha qualcosa da dire e non ha intenzione di mettersi su un piano superiore agli altri.
Giulia Piccoli
Nella foto al centro dell’articolo: Megi durante una delle sue live di lettura