Dettori, Primo Ventures: "Italia in ascesa senza hangover da Unicorni: le startup e il futuro del venture capital"
“L’Italia vive un vantaggio: non avendo subito la sbornia di unicorni e super valutazioni non soffre l’hangover”: è la metafora con cui Gianluca Dettori, chairman di Primo ventures, investitore e advisor tra i più esperti di startup in Italia, descrive l’oggi dell’innovazione del Belpaese. “Nel 2023 negli Stati Uniti sono fallite circa 3500 startup già finanziate dal venture capital – continua -, in Italia, nonostante i numeri non siano stratosferici, startup e finanziamenti continuano a crescere. E finalmente abbiamo un’infrastruttura venture capital e capitali istituzionali importanti (vedi Cdp venture capital, ndr). Sembra qualcosa di scontato, ma non lo è. È vero, a livello globale è un periodo mostruoso per l’economia. Queste onde in 25 anni le abbiamo già viste: pensate alla bolla delle dot.com. Anche ora ci si chiedeva da tempo quando la bolla sarebbe esplosa. Il periodo di valutazioni stratosferiche non poteva durare molto ancora. Il cash costava zero, gli interessi erano negativi, doveva finire. Un’azienda non può valere 200 volte i ricavi”.
Ed eccoci a un bivio, tra la fine del boom, è vero, ma anche l’inizio del momento migliore per fare investimenti per i prossimi dieci anni: “La scarsità di capitali – commenta Dettori – farà emergere i migliori. Ora abbiamo l’opportunità di far nascere e crescere grandi unicorni”.
Il nuovo fondo di Primo Ventures
Non è un caso che Primo Ventures, fondo di cui Gianluca Dettori è chairman e general partner, stia creando proprio ora una piattaforma di investimento sul settore tech: “Investiremo per l’80% in società italiane che però abbiano prospettive globali – spiega -: azienda in Italia, ricavi nel mondo. continueremo a operare con team di investimento altamente specializzati sui vari settori, come stiamo già facendo con Primo Space”. Primo Ventures è stato lanciato 12 anni fa ed è focalizzato sulle startup early stage, tra il digital e la space economy.
Le exit
Secondo Dettori “chi fa venture capital scopre solo dopo dieci anni se è stato bravo o meno”, per questo, la exit di iubenda, nel 2022, è stata così importante per Primo Ventures. Acquisita da Team Blue, digital company con base in Belgio con due milioni e mezzo di clienti e un team di 1500 esperti tecnologici, la startup ha sviluppato un software per la privacy di aziende e privati in tempi non sospetti, quando ancora privacy e Gdpr non erano su tutti i tavoli. La cifra dell’operazione non è stata rivelata ma sembra possa essere uno dei più grandi deal nel settore delle startup in Italia, tanto che Dettori ha dichiarato di aver sigillato il rendimento del primo fondo proprio grazie a questa vendita.
Tra i successi di Primo Ventures c’è anche Vivaticket, acquistata nel 2019 da Investcorp, un fondo quotato alla Borsa del Bahrain con 22 miliardi di investimenti.
Dagli investimenti e follow-on iniziali, effettuati in passato dal team di Primo Digital, sono nate aziende come Cortilia, Brandon Group, Yolo, Sardex, Viamente, Keyless (ora Sift) e Mindesk (ora Vection Technologies).
I fondi attivi
Oggi nel portafogli di Primo Ventures sono attivi Primo Digital e Primo Space. Lanciato nel marzo 2022 Primo Digital comprende due fondi paralleli interamente sottoscritti da Cdp Venture Capital: Parallel Italia, che co-investe sistematicamente in società stabilite in Italia, e Parallel Italia Sud, che co investe in startup stabilite nel Sud Italia.
Primo Space è il primo fondo di venture capital italiano, uno dei pochi al mondo, specializzato nel settore space tech: “Abbiamo lanciato a luglio 2020 con un primo closing da 58 milioni di euro e abbiamo completato il closing finale a febbraio 2022 a circa 86 milioni di euro – racconta Dettori -. L’Italia ha la tradizione e le competenze per eccellere nella nuova space economy, che da istituzionale sta diventando commerciale e si sta popolando di piccole aziende super verticali”.
È il caso delle startup in cui ha investito Primo Ventures tra cui Leafspace, che realizza servizi di terra per terzi operatori di tutto il mondo nel contesto delle nuove generazioni di nanosatelliti e nuove costellazioni o D-Orbit, società pioniera della logistica spaziale. O ancora la più “early-stage” Siderus di Napoli, in cui Primo Ventures ha investito lo scorso settembre con CDP Venture Capital SGR, il cui team sta cercando di sviluppare il lanciatore più piccolo al mondo.