David Orban sprona l'Europa: «Sia ambiziosa sulla space economy»

«Nel primo trimestre 2024, SpaceX ha portato in orbita l’86% di tutta la massa utile, con un 12% fatto da aziende cinesi. L’Europa, tristemente, ha portato in orbita zero. Io desidero che ci sia una ambizione europea per competere con SpaceX, e che i razzi come Ariane ed Vega vengano ripensati, non solo per avere successo ma per spingere i limiti di ciò che è possibile».

È uno sprone all’Europa, alla vigilia delle elezioni dell’8 e 9 giugno che si annunciano come storiche, quello lanciato da David Orban, investitore, imprenditore, membro della Facoltà e Consigliere della Singularity University e Managing Advisor di Beyond Enterprizes, nel corso del suo intervento allo Space Meetings Veneto, il 22 maggio, sul tema “Intelligenza artificiale e innovazione tecnologica”, intervistato da Francesca Ponzecchi, founding partner di Blum.

Lo spazio è solo uno dei temi toccati dall’intervento di Orban, che ha esposto anche la sua visione dell’intelligenza artificiale generativa: «Il limite attuale dei sistemi di IA è che non sanno valutare l’accuratezza delle loro risposte. Sono così desiderosi di rispondere che a volte dicono cose sbagliate. Ma già ci sono modi per interagire con loro che li inducono a ragionare passo passo e ammettere quando non sono sicuri – ha affermato l’esperto di innovazione –. Un aspetto ancora più fondamentale è che i sistemi attuali sono scatole nere: anche per gli esperti è impossibile capire come arrivano alle loro risposte. L’Europa ha deciso che questo è inaccettabile e tra un paio d’anni entrerà in vigore una legge che obbliga i sistemi di IA a spiegare i loro processi interni. Sarà interessante vedere l’impatto sulle aziende europee».

Se l’AI è ormai di uso quotidiano negli ambiti della comunicazione e dei lavori intellettuali, la sua integrazione con la robotica è la next big thing in arrivo secondo Orban. «Ci sono video recenti impressionanti in cui un robot è in grado di prendere oggetti indicati da una persona, distinguere tra piatti e cibo, e mettere le cose dove richiesto. Sembra banale ma è una svolta enorme — spiega l’imprenditore di origine ungherese –. Si prevede che entro il 2025 questi robot cominceranno a essere venduti a prezzi accessibili, 20-30 mila euro, meno di un’auto. All’inizio ne verranno prodotte poche decine di migliaia, ma nel giro di 10-15 anni si arriverà a un miliardo. Pensate all’impatto non solo nelle fabbriche, ma in ambiti anche privati».

Impatti che chiamano in causa, ancora una volta, la capacità tutta politica dell’uomo di regolare, prevenire e gestire gli inevitabili conflitti sociali che queste nuove tecnologie porteranno con sé. «Dovremo capire come convivere in un mondo in cui potremo conversare con IA super-intelligenti su qualunque tema e in cui i robot rivoluzioneranno il concetto stesso di lavoro – afferma Orban –. La sfida non è tecnica ma filosofica ed esistenziale: trovare un nuovo contratto sociale quando il lavoro non definirà più il valore delle persone. E dovremo farlo in tempi rapidi per evitare tensioni e conflitti devastanti».

Di seguito il video integrale dell’incontro, promosso dal Festival delle Idee nell’ambito di Space Meetings Veneto.

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