Dal phygital al food, così si delinea il futuro
Sostenibilità, phygital, tech, energie, nuove frontiere dell’organizzazione, intelligenza artificiale, nuovi modelli per comparti tradizionali: dove c’è cambiamento, ci sono Innovation Stories. Con un obiettivo: far sì che questo lessico familiare per il mondo dell’innovazione lo diventi, sempre più, per una fascia ampia di popolazione. Perché c’è un rischio reale: lo scollamento fra chi parla di innovazione, proponendo nuovi modelli, e chi poi dovrebbe beneficiare del cambiamento positivo.
L’innovazione, invece, è un processo che funziona (meglio) se pervasivo e inclusivo. C’è quindi bisogno di «decriptare» alcune parole chiave che spesso si sentono. Contenitori da riempire di contenuti, idee. Prendiamo ad esempio il phygital, punto di incontro fra fisico e digitale. Una definizione che sembra essere nata con la pandemia ma che invece risale a fine 2014, quando Lowe’s, catena statunitense di accessori per la casa, presentò due robot che avrebbero assistito le vendite, durante il periodo natalizio, in un punto vendita nel centro di San José, in California.
Così come – parlando del primo appuntamento di Innovation Stories, a ottobre 2021 – c’è bisogno di indagare su un tema ampio, dalle molte sfaccettature: la sostenibilità. Cosa vuol dire per un’impresa, oggi, essere sostenibile? Come si può collegare il bisogno di preservare il pianeta con quello del profitto? Domande essenziali per costruire il futuro del mondo imprenditoriale.
Ma è leggendo in filigrana tutto il ciclo di appuntamenti che si può scorgere il senso delle «Innovation stories»: dalla crypto economy, un dato di fatto ormai radicato, da analizzare, alle filiere agricole evolute, dal discorso sull’idrogeno (e più in generale sull’economia pulita) all’impatto sulla vita di tutti noi della robotica, dall’intelligenza artificiale alla grande sfida del food. Temi sui quali ci si deve interrogare, tutti: sono in arrivo anni decisivi per delineare quale strada prendere, domani.