CES 2019, il bilancio di Alberto Mattiello: assistenti vocali battono smartphone
Un pianeta innovazione che tende ad allontanarsi dall’orbita dello smartphone per portare applicazioni sempre più rivoluzionarie in territori più ampi: le case, le città, i mezzi che usiamo per muoverci. La fotografia del CES 2019 che va a chiudersi a Las Vegas è scattata da Alberto Mattiello, esperto di tecnologie e innovazione, fondatore del Future Thinking Project della J. Walter Thompson, basato a Miami e docente di innovazione digitale all’Università Bocconi di Milano, oltre che main speaker alla seconda edizione di Innovation Nation Forum.
In una video intervista esclusiva in diretta da Las Vegas, Mattiello osserva l’evoluzione del settore dal suo punto di vista privilegiato. Per Mattiello questo 2019 alla fiera dell’elettronica più grande al mondo è «un anno meno esplosivo, con meno grandi novità, ma più concreto, più solido. Le tre grandi novità che oggi impattano su qualsiasi innovazione erano state lanciate lo scorso anno: 5G, computer quantico e intelligenze artificiali. Difficilmente in un qualsiasi stand non si trova almeno un riferimento a uno di questi tre temi».
Se i fuochi d’artificio sono forse mancati, si è rafforzata la presenza italiana di startup e incubatori, una squadra «molto ben organizzata» secondo l’osservatore con base in Florida. E si sono definiti con più nettezza alcuni trend che portano verso un progressivo abbandono del piccolo schermo che teniamo tutti in mano, in favore di applicazioni IoT in grado di innervare di tecnologia evoluta gli aspetti più concreti della nostra vita quotidiana.
«Nel mondo dell’innovazione in concetto di telefono mobile è diventato lo strumento meno interessante – afferma Alberto Mattiello -. Si rendono invece protagonisti aspetti importanti della nostra vita: come si trasformano le città, le case, il mondo del lavoro, quello dei trasporti. Il mondo dell’automotive è in assoluto il più grande incubatore di innovazione in questo momento». I grandi protagonisti di questa edizione sono anche gli assistenti virtuali, con il monopolio quasi assoluto di Amazon e Google, ma con un ruolo interessante e per certi versi complementare delle startup: «Alcune delle startup che cominciano a presentarsi diventano degli amplificatori di questi assistenti virtuali, che non solo diventeranno il “nuovo DVD” ed entreranno in tutte le case, ma cominceranno anche a percepire gli spazi. Quindi tecnologie che li aumentano e che permettono non solo di chiedere al device di eseguire un’azione come far suonare la tua canzone preferita, ma addirittura potrebbero cambiare il volume solo rispettando la distanza che c’è tra te e loro».
Il 2019 al CES non è stato, infine, l’anno della realtà aumentata, tecnologia che nonostante l’hype che la circonda da anni non è ancora matura: «La qualità dei device è ancora molto bassa – è l’analisi con cui Mattiello conclude il suo bilancio – e non esiste ancora una killer application».