BRUM chiude un nuovo round di investimento e ottiene finanziamenti per 3,5 milioni di euro

BRUM, startup del gruppo OneDay, che sta rivoluzionando l’iter per ottenere la patente, chiude un nuovo round di investimento guidato da Italian Founders Fund e raccoglie 3,5 milioni di euro. I fondi, che verranno utilizzati per portare il servizio in nuove città, potenziare la tecnologia, scalare le operations e rafforzare la rete di istruttori qualificati, si sommano ai 600 mila euro ottenuti circa un anno fa. Tra gli obiettivi anche quello di aumentare l’attrattività della professione di istruttore di guida.

Chi è BRUM

BRUM digitalizza il tradizionale percorso di studi e innova l’iter burocratico necessario ad ottenere la patente di guida. Co-fondata da Luca Cozzarini, classe 1997, la startup si ispira a modelli di business europei già esistenti e consolidati e porta in Italia un’alternativa moderna e innovativa per il settore. Con oltre 300 studenti iscritti in meno di 9 mesi, si dimostra una risposta efficace alle esigenze di chi è fuori sede o lavora, offrendo un servizio smart e flessibile grazie a prenotazioni tramite app, feedback strutturati da parte degli istruttori e pick-up point diffusi in città. L’impresa emergente snellisce la burocrazia, riduce i costi del 30% e permette agli utenti di prepararsi al proprio ritmo, con istruttori certificati e strumenti digitali avanzati.

A credere nella visione di BRUM è stato l’Italian Founders Fund, il fondo di investimento sostenuto da più di 100 imprenditori digitali, family office e professionisti ai vertici nei loro settori. Lorenzo Franzi di Italian Founders Fund ha così commentato: “Abbiamo deciso di investire in BRUM perché siamo entusiasti dell’esperienza digitale innovativa offerta in un settore che non ha visto evoluzioni significative da tempo, mentre le aspettative degli utenti sono cambiate radicalmente. Siamo rimasti colpiti dalla trazione iniziale generata dal team e dall’elevata soddisfazione dei primi studenti”. Infatti il settore delle autoscuole in Italia, dal punto di vista dell’innovazione, è fermo alla seconda metà del secolo scorso.

Investire sull’attrattività del mestiere

In Italia le autoscuole attive sono poco meno di 6.700, con circa 600.000 idonei alla patente ogni anno, a fronte di oltre 100.000 candidati respinti. Inoltre, il tasso di bocciatura agli esami sfiora il 38% per quanto riguarda la teoria, mentre per gli esami di pratica si attesta al 13%, dati che mostrano una preparazione dei candidati poco efficiente. Per questo BRUM, in un settore frammentato, dominato da business familiari con un’età media degli istruttori di oltre 50 anni, si propone anche di formare nuovi professionisti e punta su una gestione del lavoro più autonoma, economicamente soddisfacente e flessibile, investendo sull’aumento dell’attrattività del mestiere. “Con BRUM, anche gli istruttori possono finalmente vedere riconosciuto il proprio ruolo, sia a livello economico che professionale. Grazie agli strumenti digitali a loro dedicati, possono valorizzare le proprie competenze, ottimizzare il loro tempo e avere maggiori opportunità di avanzamento di carriera” dichiara Luca Cozzarini, Co-Founder di BRUM.

Ti potrebbe interessare