B Heroes, il bando (da mezzo milione) diventa un talent show
La Im Foundation di Fabio Cannavale, amministratore delegato e cofondatore del gruppo lastminute.com, lancia B Heroes, un nuovo programma per spingere sul pedale della collaborazione fra tessuto imprenditoriale e startup. Il bando è pubblicato sul sito bheroes.it e resterà aperto alle candidature fino al 30 novembre. Il progetto nasce dalla collaborazione con Intesa Sanpaolo e Discovery Italia.
In palio ci sono 500mila euro di investimento per la migliore startup, che sarà decisa nel maggio 2018 al termine di un percorso di selezione delle finaliste (con un primo boost camp a gennaio) e di accelerazione (con due boost camp in febbraio e in aprile). L’attività di selezione delle start up sarà in carico a Boost Heroes, una società di partecipazioni che ha già investito in oltre 40 aziende innovative nell’ultimo biennio.
Se l’acceleratore diventa un talent show
Durante i tre mesi si accelerazione i neo imprenditori avranno l’occasione di confrontarsi con «chi ce l’ha già fatta», ponendo domando e facendosi guidare nelle fasi più sensibili della costruzione dei business plan e dell’approccio al mercato. E saranno ripresi dalla telecamere di un talent show che andrà in onda in cinque puntate su Discovery Italia.
Fra i protagonisti dell’innovazione italiana che faranno da mentori del percorso ci sono il Commissario straordinario per l’attuazione dell’Agenda digitale Diego Piacentini, la presidente di Doxa, Marina Salamon, il fondatore del co-working Talent Garden Davide Dattoli, Vincenzo Russi CEO di e-Novia, Riccardo Donadon founder di H-Farm, il ceo di Mutuionline Alessandro Fracassi, il founder dell’agenzia di comunicazione Jakala Matteo de Brabant, il padre di Banzai — oggi ePrice — Paolo Ainio e Federico Grom, creatore dell’omonima catena di gelaterie.
Cannavale spiega l’obiettivo di B Heroes, che nasce per «condividere l’esperienza della mia generazione d’imprenditori — spiega — creando un ambiente collaborativo in cui sviluppare idee e talenti». Quel che manca in Italia, per Cannavale, non è la fertilità del terreno imprenditoriale, quanto «la capacità del mondo imprenditoriale di collaborare facendo sistema» e la voglia, da parte delle aziende attive nei settori tradizionali dell’economia e della finanza «di investire in start up per innovare i propri modelli operativi». Il primo “unicorno” italiano nascerà in diretta tv?