Dallo startup act alla startup nation: le ambizioni di Innovup
Unire tutti i player dell’innovazione italiani non è facile. Farlo con l’ambizione di favorire la nascita di nuovi unicorni lo è ancora meno ma Innovup, associazione che rappresenta e unisce la filiera dell’innovazione italiana, nata undici anni fa in occasione dello Startup act dall’unione tra Italia Startup e Apsti (Associazione parchi scientifici e tecnologici), ci crede.
“Innovup tocca tutta la filiera dell’innovazione”, afferma la presidentessa Cristina Angelillo. Con parchi scientifici, startup e corporate, Innovup svolge un ruolo chiave nel connettere le diverse parti della rete dell’innovazione italiana (startup, scale up, pmi innovative, centri di innovazione, incubatori, acceleratori, parchi scientifici e tecnologici, studi professionali, società di consulenza e grandi aziende). Con oltre 500 soci, l’associazione opera attraverso l’advocacy e il networking, consolidando relazioni attraverso associazioni internazionali. “Siamo i primi sostenitori della startup nation”, sottolinea Angelillo, riflettendo l’impegno dell’associazione nell’essere una forza trainante per l’innovazione nel paese.
Cosa fate nella pratica?
Cerchiamo di essere il più pratici ed efficaci possibile: la nostra Academy per startup offre corsi di formazione, inclusa la Founder’s Academy con professionisti legali e notai. Un servizio gratuito per gli associati e con una quota minima per i non associati.
Il 2023 ha presentato sfide significative, con la revoca di 300 milioni di euro di fondi per l’innovazione da parte del Governo. Cosa vi aspettato per il futuro prossimo?
Il mercato ha subito un rallentamento, ma dalla seconda metà dell’anno si sono verificati cambiamenti positivi, anche perché finalmente si è sbloccata la situazione di Cdp venture capital, con la nuova leadership. E nel secondo semestre abbiamo accelerato raggiungendo i risultati ottenuti l’anno scorso in termini di investimenti. Ci aspettiamo che si prosegua in questa direzione. Eppure, nonostante il progresso evidente, ci rendiamo conto che c’è ancora un ampio margine di crescita. Le startup sostenute da corporate venture capital rappresentano meno di un terzo del totale (32% nel 2023), nonostante generino il 46% dei ricavi. Complessivamente, la quota degli investimenti delle grandi aziende nel 2022 ha pesato per il 18% del totale degli investimenti di venture capital: questo dato ci rammenta che c’è un potenziale ancora inesplorato. In tal senso, apprezziamo l’aumento delle iniziative volte a colmare questa lacuna che testimoniano l’impegno delle aziende nel sostenere l’innovazione e la crescita delle nuove realtà imprenditoriali. In questo contesto, non possiamo trascurare il ruolo fondamentale dei nuovi fondi promossi da Cdp – in particolar modo Boost Innovation, Corporate Partners I e Technology Transfer -, che, coinvolgendo le corporate, stanno giocando un ruolo chiave nel plasmare il futuro del nostro ecosistema d’innovazione.
Cosa farete in futuro?
Innovup punta a un “roadshow dell’innovazione” nel prossimo anno, con 12 tappe per il territorio nazionale che affronteranno temi come l’open innovation e la collaborazione tra corporate e territorio. La collaborazione è al centro della missione di Innovup: collaboriamo attivamente con le grandi aziende, ascoltando le loro esigenze di innovazione e mettendole in contatto con startup e parchi scientifici e tecnologici. Il supporto di Cdp è cruciale per attrarre investimenti esteri. Stiamo chiedendo anche una revisione dello Startup Act dopo dieci anni per semplificare la burocrazia, sgravi sugli investimenti e un ritorno sugli investimenti. L’obiettivo deve essere lavorare qui per attrarre investimenti internazionali. Mi auguro che la revisione di Cdp venture capital e il nuovo fondo per il Made in Italy, siano i catalizzatori per una rinascita dell’innovazione italiana.