Digitale, Assintel Confcommercio: settore a 39 miliardi, cresce del +4,8%

Continua la crescita digitale in Italia, nonostante inflazione e rallentamento dell’economia: il mercato ICT business arriverà a fine 2023 a 39 miliardi di euro, +4,8% rispetto allo scorso anno. Ma è un settore a due velocità: l’Information Technology galoppa a +5,8% e con una previsione al +8,4% nel 2024, mentre il segmento Telecomunicazioni è stagnante al -0,8%.

Questa la fotografia che emerge dalla presentazione di Assintel Report 2023, la ricerca realizzata da Assintel, Associazione Nazionale delle Imprese ICT e Digitali di Confcommercio, insieme alle società di ricerca IDC Italia e Istituto Ixé, con la sponsorship di Grenke, Intesa Sanpaolo, TIM e Open Gate Italia.

Le previsioni per il 2024 sono in miglioramento rispetto all’anno in corso, come evidenzia la survey condotta su 1000 imprese e pubbliche amministrazioni. 8 imprese su 10 confermano gli investimenti nel digitale, il 29% li aumenteranno.

Ancora l’8,5% è in completo digiuno digitale, a livello nazionale sono circa 130.000 imprese soprattutto di piccole dimensioni. I principali ostacoli alla digitalizzazione si confermano essere la scarsa disponibilità finanziaria (31%) e la mancanza di cultura e competenze digitali (32,4%), sentiti particolarmente nel segmento delle micro e piccole imprese.

Così commenta Paola Generali, Presidente di Assintel (nella foto): “Il comparto del Made in Italy digitale continua a dimostrare una notevole capacità di innovazione, esempio di come il modello italiano della piccola impresa possa funzionare anche in periodi economicamente complessi. Ma se vogliamo crederci, come Paese, dobbiamo metterle nelle migliori condizioni di continuare ad innovare, sostenendo finanziariamente la ricerca e sviluppo e incrementando la formazione di competenze digitali”.

Il dettaglio della ricerca

A livello macroeconomico, secondo i dati IDC, la crescita del comparto IT è trainata dal Software (+11,8%) e dai Servizi IT (+5,2%), in frenata invece l’Hardware (-1,5%).

Entrando nel dettaglio della survey condotto dall’Istituto Ixé, che ha coinvolto 1000 imprese e pubbliche amministrazioni, emerge che le tre tecnologie più presenti sono quelle che riguardano la collaborazione (PC e smartphone) presenti nel 79,1% delle aziende, la connettività (banda ultra larga e wifi) con il 73,3% e la cybersecurity (65,1%). Circa la metà, inoltre, ha già adottato soluzioni per il sito web aziendale, soprattutto l’e-commerce (53,9%) e soluzioni gestionali e di back office (47%). Meno del 10%, invece, investe o sta pianificando di investire nelle tecnologie emergenti, come l’Intelligenza Artificiale (7%) e la Blockchain/NFT (2,8%), sebbene i tassi di crescita a livello macroeconomico di tutte queste restino a due cifre.

Parlando di futuro, il 29% delle imprese dichiara che aumenterà gli investimenti in Digitale per il 2024, in miglioramento di 7 punti rispetto al 2023. Si conferma il nettissimo divario tra le grandi imprese, che nella quasi totalità (93,8%) continueranno ad investire in tecnologie potenziando ed ammodernando il set di dotazioni, e le micro imprese (25,8%) e le piccole imprese (38,7%), che evidentemente hanno minori possibilità di investimento. Ad essa si unisce la tipologia di mercato: investono di più le aziende B2B rispetto a quelle B2C e quelle in cui l’età media del decisore è under 44.

A livello di settore economico, la crescita del budget 2023 sul 2022 confrontata con le intenzioni sul 2024 mostra una sostanziale scomparsa delle differenze, in cui tutti i settori si attesteranno sul 30% circa di imprese che prevedono aumenti di budget. Nel dettaglio, il Commercio avrà la crescita più marcata e salirà dal 16% al 30% di imprese; l’industria dal 22% al 27%; i Servizi dal 22% al 29%; il settore pubblico invece scenderà dal 36% al 30%. Se entriamo nello specifico delle tecnologie su cui si focalizzeranno maggiormente gli investimenti, si nota che il Commercio si concentrerà sulla gestione dei clienti (17%) e le soluzioni web/ecommerce (14%); l’Industria sulle Infrastrutture IT (11%) e i gestionali (10%); i Servizi su web/ecommerce (13%) e Cloud (11%).

Anche a livello geografico emerge un quadro differenziato: nel 2023 sono le imprese del Nord Est ad essere più propense all’aumento del budget (sono il 25%), seguite da quelle del Sud e Isole (22%), del Centro (21%) ed infine del Nord Ovest (19%). Nel quadro del miglioramento previsto per il 2024, le imprese del Nord Ovest resteranno più conservative, mentre le altre aree del Paese cresceranno di più: prime fra tutte quelle del Centro Italia (36%) seguite a pari merito da quelle del Sud e Isole e del Nord Est (31%).

I commenti delle imprese

“L’innovazione è un elemento essenziale per la competitività sia nelle imprese che nelle piccole aziende  – sottolinea Anna Carbonelli, responsabile Solution Imprese di Intesa Sanpaolo – e la digitalizzazione in particolare si conferma un importante fattore di sviluppo economico nonché una priorità per raggiungere obiettivi di sostenibilità. Intesa Sanpaolo ha dedicato ad artigiani, commercianti e albergatori il Programma CresciBusiness per il rilancio delle proprie attività attraverso progetti di digitalizzazione, sostenibilità e sviluppo delle loro attività commerciali. E proprio in queste settimane il Gruppo è in tour per l’Italia con il progetto Digitalizziamo, che valorizza quelle aziende che hanno saputo ideare soluzioni innovative per accrescere il proprio business”.

“TIM vuole giocare un ruolo chiave nel sistema Paese ed essere al fianco delle imprese per accompagnarle verso una transizione tecnologica, contribuendo all’accelerazione dell’adozione dei servizi digitali e identificando le soluzioni rilevanti per sviluppare il business della piccola e media impresa: cybersecurity, strumenti di collaborazione, soluzioni di digital marketing e cloud”, dichiara Paolo D’Andrea, Small & Medium Business Director di TIM.

“C’è in corso un’azione regolamentare poderosa nel campo dell’ICT sui dati, le piattaforme, i mercati e i servizi digitali, la Cybersecurity, l’AI. Assintel deve monitorare che ciò significhi davvero equità e libera concorrenza:  regolare non deve significare scoraggiare l’accesso ai mercati digitali da parte di nuovi player e compromettere la crescita delle piccole e medie imprese italiane”, ha dichiarato nel corso dell’evento in Senato Laura Rovizzi, AD di Open Gate Italia.

“Il noleggio strumentale – spiega Aurelio Agnusdei, country manager di Grenke Italia – sta diventando sempre più popolare tra le aziende di media e piccola dimensione poiché permette di avere beni strumentali e servizi per un periodo definito senza dover fare grossi investimenti immediati e consentendo la detrazione totale del costo affrontato. Parliamo ormai di un mercato che vale quasi 1,5 miliardi di euro. Un’opportunità soprattutto per le PMI che vogliono investire e crescere in modo sostenibile perché, a differenza dell’acquisto, non si vincolano capitali, non si incide sull’indebitamento aziendale. Il noleggio operativo è un facilitatore della digital trasformation delle imprese, perché consente di dotarsi delle tecnologie più aggiornate e performanti con un vantaggio competitivo sugli altri, e in estrema coerenza con logiche di sostenibilità e attenzione a criteri ESG”.

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