Startup a impatto sociale, crescono Società Benefit (+38,2%) e B Corp (+55,6%)
Il team di ricerca Social Innovation Monitor (SIM), con base al Dipartimento di Ingegneria Gestionale e della Produzione – DIGEP – del Politecnico di Torino, ha presentato i risultati dello studio sulle Startup Innovative a significativo impatto sociale e ambientale in Italia.
La ricerca ha analizzato 12026 delle 14264 Startup Innovative presenti nel Registro delle imprese a fine 2022. Sono state escluse dal campione, infatti, le società che non possono essere considerate Startup Innovative come ad esempio quelle in liquidazione, quelle che superano i limiti sui valori della produzione e, quelle che non rispettano nessuno dei tre requisiti di innovatività.
Il webinar di presentazione del Report è stato introdotto dal Direttore della ricerca Professor Paolo Landoni, che ha dichiarato: “Nel corso del 2022, abbiamo osservato un calo nel numero di giovani Startup Innovative operanti nel nostro Paese rispetto all’anno precedente. Questo declino è stato determinato dal minor numero di imprese che si sono registrate come Startup Innovativa rispetto agli scorsi anni. A causa di ciò, le startup di nuova costituzione non sono state in grado di compensare il naturale flusso in uscita di imprese che non soddisfacevano più i requisiti per rientrare tra le Startup Innovative, per esempio per sopraggiunti limiti di età, o che avevano cessato la propria attività. È interessante notare come siano invece cresciute complessivamente le startup che si dichiarano formalmente a impatto.”
Sulla base della ricerca effettuata, il numero delle Startup è calato in tutte le regioni italiane, ma la proporzione di startup concentrate in Lombardia, Lazio e Campania, le prime tre regioni italiane per numero di startup, è aumentata.
Nel corso del 2022 il numero di SIaVS (Startup Innovative a Vocazione Sociale) è calato (-9,2%), mentre il numero di Startup Innovative con qualifica di Società Benefit è aumentato sensibilmente (+38,2%) così come quello delle B Corp che sono aumentate del 55,6%.
Lo conferma anche il Vice-direttore della ricerca, Alessandro Laspia: “Nel corso del 2022 il numero di startup a significativo impatto sociale e ambientale certificato è aumentato del 21%, in netto contrasto con il calo del numero di Startup Innovative rilevato nello stesso periodo, che è stato pari a circa il -4%. Il fenomeno è stato trainato dalla grande crescita del numero di Startup Innovative con qualifica di Società Benefit e B Corp in Italia. Questa evidenza alimenta il trend di costante crescita rilevato dai nostri studi negli ultimi anni.”
Le startup che dichiarano ufficialmente il proprio impatto sociale o ambientale tramite qualifiche come quelle di Società Benefit o B Corp è aumentato, e adesso rappresentano quasi il 5% delle Startup Innovative. A titolo di confronto, due anni fa queste startup erano il 3% del totale e il trend è in costante crescita.
Infine, lo studio di Social Innovation Monitor (SIM) ha individuato le 22 startup a significativo impatto sociale e ambientale che nello scorso anno si sono distinte anche per aver raggiunto risultati economicamente molto rilevanti. Una delle sfide è stata quella di comparare società molto diverse tra loro, soprattutto in termini di fasi di vita e dimensioni. Per questo motivo, il gruppo di ricerca ha elaborato una metodologia ad hoc che ha permesso di individuare le migliori startup italiane sulla base di parametri legati a ricavi, numero di dipendenti e finanziamenti ricevuti. Tra queste sono state poi individuate le migliori startup a impatto.
Tra queste ci sono, ad esempio, Unobravo S.r.l., piattaforma di psicologia online che offre servizi di consulenza psicologica e combatte il pregiudizio sulla salute mentale, e NGV Powertrain S.r.l., startup che progetta motori a basso impatto ambientale al fine di ridurre l’inquinamento e promuovere la transizione verso fonti di energia più pulite. Le 22 migliori startup individuate dallo studio, hanno mediamente più di 2 milioni di euro di ricavi, con una crescita annuale media del 217%, e almeno 18 dipendenti, con una crescita annuale media del 146%. Sono, inoltre, società in grado di attrarre finanziamenti: infatti, queste startup hanno raccolto mediamente 3,9 milioni di euro di investimenti in capitale di rischio o di finanziamenti a fondo perduto. Infine, più della metà delle migliori startup a significativo impatto sociale e ambientale (53,5%) fonda una parte importante del proprio business sull’hardware.
Dopo la presentazione dei risultati dello studio si è svolta una tavola rotonda a cui hanno preso parte Annamaria Tartaglia, CEO di TheBrandSitter e co-founder di Angels4Women, Marco Raspati, co-founder & Ceo di Recuperiamo srl, e Giorgio Ciron, Direttore di Innovup, il quale, parlando delle misure che con la propria organizzazione sta proponendo al Ministero delle Imprese e del Made in Italy, ha dichiarato: “Tra i potenziali incentivi fiscali, […] quello secondo me più importante è la possibilità di detrarre le perdite sull’investimento. Perché oggi c’è la possibilità di detrarre l’investimento iniziale ma, se poi l’investimento va male, le perdite se le accolla tutte l’investitore. In Inghilterra c’è un bellissimo schema che permette di fare detrazione delle perdite sull’investimento e questo, chiaramente, cambia la propensione al rischio; perché se come investitore sono più coperto quando perdo sull’investimento sono anche più propenso a investire in startup rischiose.”
Lo studio condotto dal team di ricerca SIM ha avuto come Partner Assobenefit, Ashoka Italia, Fondazione Giordano dell’Amore Social Venture, GoBeyond – la piattaforma di innovazione responsabile di Sisal, InnovUp, Fondazione Giacomo Brodolini, Molten Rock, University of East Anglia e Social Innovation Teams (SIT).