Intelligenza aumentata, il matrimonio fra uomo e macchina che fa crescere le aziende
Difficile è anche provare a immaginare una cifra così imponente: 2,9 trilioni di dollari. Eppure è quanto Gartner, azienda americana specializzata in analisi di mercato, prevede possa portare, come aumento del flusso economico sui mercati internazionali, l’intelligenza aumentata. A crescere, spiega la stessa ricerca, saranno le ore di lavoro: almeno 6.2 milioni in più. E anche aprendo l’orizzonte su una prospettiva più alta, il risultato non cambia: entro il 2030, l’Intelligenza Aumentata rappresenterà almeno il 44% del valore di mercato delle imprese basate sull’AI, superando qualsiasi altra tecnologia riguardi l’intelligenza artificiale.
Ma cos’è l’intelligenza aumentata? Sempre Gartner, nella sua analisi, abbozza una definizione. «L’intelligenza aumentata è un metodo di progettazione per un modello di partnership centrato sull’uomo, in cui le persone e l’intelligenza artificiale (IA) lavorano insieme per migliorare le prestazioni cognitive, compreso l’apprendimento, il processo decisionale e le nuove esperienze».
L’uomo, come si può vedere, rimane quindi al centro. Ma la convivenza con l’intelligenza delle macchine diventerà, mano a mano, un matrimonio che non solo «s’ha da fare», ma è conveniente per tutti.
«Augmented Intelligence. Misurare, mantenere, predire, produrre» sarà il tema dell’Innovation Stories di mercoledì 15 giugno (17.30 – 18.15). Moderati dalla giornalista del Corriere della Sera Giulia Cimpanelli, ne discuteranno:
- Violetta Cannas, ricercatrice della Liuc
- Silvia Celani, head of innovation di Acea
- Gabriele Montelisciani, ceo di Zerynth