FoodTech in Italia: il digitale guida il cambiamento con dati e blockchain
Il 60% delle aziende agricole utilizza almeno una soluzione digitale; il 38% più di una. Eppure appena il 4% dell’intera superficie coltivata è interessata da quelle innovazioni che rientrano nella definizione di agricoltura 4.0. A scattare una fotografia del panorama FoodTech in Italia è stata l’ultima ricerca dell’Osservatorio Smart Agrifood del Politecnico di Milano, dal titolo Smart Agrifood: condivisione e informazione, gli ingredienti per l’innovazione. Lo scorso anno il valore di questa fetta di mercato è stato di 540 milioni di euro (circa il 4% del mercato globale), registrando una crescita del 20% rispetto al 2019. In base alle analisi che cosa traina il settore? Soprattutto soluzioni di agricoltura di precisione come i sistemi di monitoraggio e controllo di mezzi e attrezzature (36%), ed i macchinari connessi (30%).
In tutto sono oltre 500 le soluzioni di agricoltura 4.0 disponibili per il settore agricolo in Italia (oltre 100 in più rispetto al 2019), che usano prevalentemente sistemi di Data Analytics, piattaforme o software di elaborazione e Internet of Things, e trovano applicazione nelle fasi di coltivazione, semina e raccolta dei prodotti in diversi comparti, fra i quali emergono l’ortofrutticolo, il vitivinicolo e il cerealicolo. «Soltanto una piccola parte della superficie agricola è oggi coltivata con strumenti 4.0 – ha premesso Andrea Bacchetti, Direttore dell’Osservatorio Smart Agrifood – Per sbloccare questo potenziale ancora inespresso sarà necessario lavorare sull’interoperabilità e l’interconnessione delle soluzioni, lo sviluppo di competenze specifiche e la valorizzazione e condivisione dei dati».
La tracciabilità alimentare si è affermata come uno degli ambiti in cui le aziende stanno maggiormente utilizzando il digitale (89% del campione). Inoltre è quello che genera i maggiori benefici per il settore e sta in cima alle preferenze di investimento nel FoodTech. «Accanto alle tecnologie più innovative come IoT, Mobile e Advanced Analytics – ha aggiunto Chiara Corbo, Direttrice dell’Osservatorio Smart Agrifood – rimane però importante il peso delle soluzioni “tradizionali”, come i software gestionali e quelli cosiddetti verticali, che non sempre assumono una prospettiva di filiera. Nel prossimo futuro sarà fondamentale lavorare a soluzioni che, in un’ottica di “piattaforma”, siano adatte a sostenere lo scambio e la valorizzazione di dati tra gli attori, per rendere la tracciabilità un’opportunità concreta per l’efficienza della supply chain, per il coordinamento lungo la filiera e per la valorizzazione del prodotto».