Storia di SpaceX: con Crew Dragon Musk ha conquistato la NASA

Il primo a darne notizia è stato l’astronauta italiano Paolo Nespoli, in diretta da Houston ai microfoni di Sky TG24. Il lancio del Crew Dragon da Cape Canaveral, Florida, è stato rinviato causa maltempo, deludendo i milioni di spettatori che in tutto il mondo si erano sintonizzati con i notiziari e il canale YouTube della NASA, in collegamento da ore prima del lift off. Ma la data storica sembrerebbe rinviata soltanto di qualche giorno: il profilo Twitter di SpaceX ha comunicato che il prossimo momento utile per accendere la navicella è sabato 30 maggio. La multinazionale di Elon Musk aspetta questo momento più o meno da quando è stata fondata, nel lontano 2002, quando il visionario sudafricano aveva esposto i propri piani per il futuro dell’umanità. Rivoluzionare il settore dell’aerospazio e progettare un domani per l’uomo sul pianeta Marte erano alcune delle folli idee del giovane imprenditore.

Oltre a PayPal, Tesla e altri progetti di successo, SpaceX rappresenta la punta di diamante delle attività di Elon Musk. Ma la storia di questa azienda non è molto diversa da quella di migliaia di altre startup che partono con il vento a sfavore. Come spiega Ashlee Vance nella biografia autorizzata, «Space Exploration Technologies nacque in circostanze umili. Musk prese in affitto un vecchio magazzino al 1310 di East Grand Avenue a El Segundo, un sobborgo di Los Angeles che ospitava molte aziende del settore aerospaziale. Il posto era abbastanza spartano». Per capire l’approccio dirompente del lavoro di Elon Musk basti pensare che in quel momento non decideva soltanto di fare concorrenza alla NASA con un’iniziativa privata, ma voleva rivoluzionare nel concreto l’ambiente di una fabbrica aerospaziale.

Scrive ancora Vance sugli albori di SpaceX. «Le scrivanie erano sparse qua e là per la fabbrica, in modo che gli informatici e i progettisti plurilaureati potessero stare accanto ai saldatori  addetti alle macchine, Questo approccio segnò la prima grande rottura di SpaceX con le aziende tradizionali, che preferiscono dividere i gruppi di lavoro e separare i progettisti e gli operai piazzandoli a migliaia di chilometri gli uni dagli altri». Ritmi di lavoro infernali, fallimenti su fallimenti nei primi test di lancio e milioni di dollari bruciati. Questi furono i primi anni di una startup derisa dall’establishment.

Forse non esiste settore più rischioso per imprese innovative di quello aerospaziale. E questo anche perché, durante la Guerra Fredda, sono stati centinaia i lanci falliti dalle superpotenze USA e URSS: figurarsi cosa poteva fare un’azienda privata con budget limitato. «La gente ci credeva pazzi», raccontò Tom Mueller, cofounder di SpaceX. La sfida era in effetti senza precedenti, perfino per un imprenditore già conosciuto e criticato come Elon Musk. Va detto che, per quanto startup, la neonata azienda potè contare su un finanziamento iniziale: nel 2002 infatti eBay aveva lanciato un’offerta per comprarsi PayPal con 1,5 miliardi di dollari, fornendo così una prima somma per partire. «Con un investimento iniziale così cospicuo – scrive Vance – nessuno avrebbe potuto strappargli il controllo dell’azienda come era successo con Zip2 e PayPal».

 

Se oggi si ride parecchio per il nome bizzaro che Elon Musk ha scelto per il nuovo figlio – X Æ A-Xii, proprio così – la storia di SpaceX è legata tuttavia a un periodo drammatico della vita dell’imprenditore. Proprio nel 2002 suo figlio Nevada morì dopo dieci settimane dal parto per una rara malattia. «Parlarne mi rattristava moltissimo – avrebbe detto anni dopo – non so bene perché dovrei voler parlare di eventi estremamente tristi. Non aiuta a prepararsi per il futuro. Se hai figli e altri impegni, crogiolarsi nella disperazione non fa bene a chi ti sta accanto». Ed è proprio per questo che Musk si gettò anima e corpo sul progetto.

Quasi vent’anni dopo il traguardo è a un passo: portare astronauti della NASA sulla Stazione Spaziale Internazionale con un mezzo costruito da un privato. Negli anni successivi alla fondazione SpaceX si è affermato sul mercato non soltanto come azienda che produceva i componenti negli Stati Uniti, ma anche come competitor in grado di offrire servizi di rifornimento dell’ISS a prezzi più convenienti. Negli anni Musk ha scelto il meglio per il proprio team, strappando i migliori talenti anche alla NASA stessa, che tra poche ore dovrà affidarsi alle competenze dell’azienda per tornare in orbita dopo quasi dieci anni di digiuno spaziale.

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