L'innovazione green che combatte i cambiamenti climatici

La Green Energy non è una moda ma un tema globale, che non ammette procrastinazioni. Lo hanno ribadito con forza i protagonisti del dibattito dedicato all’energia verde inserito nel programma di Innovation Nation Forum. Un incontro organizzato a Milano il 19 ottobre per trattare l’innovazione a 360 gradi e valutare i passi avanti in termini di sostenibilità e buone pratiche nell’ambito energetico. Qualche dato positivo c’è: in Italia nel 2016 sono stati investiti circa 1,8 miliardi di euro in nuovi impianti di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, in particolare nel fotovoltaico (circa 615 milioni) e nell’eolico (490 milioni).

Ma si può fare ancora molto, come sottolineato dagli esperti durante il panel. Un doppio round moderato da Maurizio Melis (Radio24) e animato da Daniele Basso (Hbi), Arianna Cecchi (Climate-Kic Italy), Carlalberto Guglielminotti (Engie Eps), Cesare Maifredi (360 Capital Partner), Diego Parimbelli (E.On) ed Emilio Sassone Corsi (Glass to Power).

Sul palco Carlalberto Guglielminotti, Ceo e General Manager Eps Engie Company. Azienda che ha recentemente firmato con Palau, nell’Oceano Pacifico, un contratto di sviluppo delle energie rinnovabili. Obiettivo: realizzare entro il 2025 una conversione alle energie verdi pari al 45% del fabbisogno, tagliando del 22% le emissioni di Co2. Ma come si arriva a fare innovazione green?

«Spaccandosi la schiena – commenta senza mezzi termini Guglielminotti -. Nasciamo nel 2005 come startup del Politecnico e rischiamo di fallire nel 2013. A un passo dalla fine mi rendo conto che potremmo applicare le nostre tecnologie al mercato dello stoccaggio dell’energia. Due anni dopo eravamo quotati alla Borsa di Parigi con una capitalizzazione di 55 milioni di euro. Ne abbiamo raccolti 15 e siamo partiti». Eps, venduta al colosso dell’Energia Engie per 108 milioni nel 2018, produce oggi micro-reti elettriche e sistemi di stoccaggio. «Stabilizziamo reti elettriche nei Paesi sviluppati al posto di gas e carbone, e nei Paesi emergenti siamo power producer».

Un caso di successo di startup green a cui guardano molto giovani imprenditori. Talenti seguiti da Arianna Cecchi di Climatic-Kic Italy, la più grande community internazionale dedicata ai cambiamenti climatici. Per lei, responsabile del programma Startup accelerator, il tema è raccontare le buone pratiche e creare sinergie. «Facciamo innovazione per contrastare il cambiamento climatico. Come? Mettendo insieme associazioni, pubblica amministrazione, aziende e investitori per creare network che sostengano progetti innovativi e startup. In Italia siamo a 35 partner ma puntiamo a crescere nei prossimi anni anche perché la cultura green si sta diffondendo rapidamente tra le aziende».

Emilio Sassone Corsi, docente e founder di Glass to Power, spin off dell’Università di Milano Bicocca che ha brevettato le prime finestre fotovoltaiche trasparenti, sottolinea l’importanza di condividere i progetti. Come è accaduto alla sua «creatura» che ha raccolto risorse anche grazie al crowdfunding. «L’economia circolare – dice – è fondamentale per far nascere e conoscere i processi di innovazione green. E poi bisogna lavorare sulle partnership. Noi siamo cresciuti così: da spin off a Spa, e adesso apriremo una società a Dubai per Expo 2020».

Nonostante la vocazione internazionale, l’azienda, in cui ha investito il Gruppo Industrie De Nora Spa che si occupa di tecnologie elettrochimiche per il trattamento delle acque, non dimentica il Belpaese. «Siamo esperti in nanoparticelle ed esportiamo i nostri prodotti. Ma stiamo facendo tanto anche nei confini nazionali. Pensate che nella stazione di Rapallo c’è una piramide realizzata da noi. È la prima opera pubblica in vetro trasparente green. Nei prossimi anni arriveremo a 100 stazioni in tutta Italia».

Diana Cavalcoli

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