Caso Mosaicoon: perché ha chiuso la startup dei record

Ugo Parodi Giusino (Imagoeconomica)

Perché ha chiuso Mosaicoon? La domanda rimbalza in rete dal 3 luglio, quando è stata resa nota da Ugo Parodi Giusino, fondatore e presidente della scale-up, la decisione di abbandonare un business cresciuto fino a contare, in otto anni, 100 dipendenti e 20 milioni di fatturato complessivo.

Tutto questo in Sicilia, nel Sud più difficile per fare impresa: la sede inaugurata tre anni fa di fronte al mare a Isola delle Femmine, vicino a Palermo, era diventata un simbolo di un riscatto che passasse anche per l’innovazione. Tantissimi gli investimenti, i riconoscimenti e i premi ottenuti. Uno per tutti: il Premio nazionale per l’innovazione ricevuto al Quirinale nel 2013.

Ora la sede chiude e sono molti gli interrogativi che la vicenda lascia sul terreno. Perché se da un lato per una startup fallire è “normale”, e anzi può essere la leva per crescere con nuove idee, nel caso di una scale-up strutturata e inserita in un mercato globale, con sette sedi sparse per il globo, la domanda che ci si pone è quanto sia fragile la reale sostenibilità del business.

Cosa faceva Mosaicoon?

Prima domanda, di che cosa si occupava l’ex startup siciliana? Per dirla in breve, di video virali. Parodi Giusino inizia a occuparsene nel 2002, e fonda Belsito Media nel 2007, nell’anno in cui nasce YouTube. Nel 2010 diventa Mosaicoon con un primo investimento del fondo Vertis.

Diventa un marketplace di video virali, cioè una piattaforma digitale su cui i brand e videomakers possono incontrarsi per creare video promozionali per il web. Mosaicoon poi si occupava di distribuire e monitorare l’andamento dei contenuti.

Cosa dicono i bilanci?

EconomyUp ha scandagliato la storia finanziaria della società in un approfondimento pubblicato qui. A quanto si legge, il picco di fatturato Mosaicoon l’avrebbe toccato nel 2015, con 4 milioni di euro. Nel 2016 già il dato era sceso a poco più di 3 milioni. In quell’anno, ultimo bilancio depositato, peggiorano anche l’utile netto, a -1,8 milioni di euro, e l’Edbitda, in negativo per 1,3 milioni.

A fronte di queste difficoltà, cresciute in anni in cui i video sul web sono esplosi e sono entrati in gioco i colossi Usa, sono stati notevoli i finanziamenti ottenuti da Mosaicoon: secondo il sito Crunchbase ammontano a 12,2 milioni di euro.

Si tratta in parte anche di fondi pubblici: 3 milioni di euro ottenuti dal Fondo HT nel 2013, si legge su StartupItalia!. HT sta per HighTech: è il nome del fondo da 160 milioni per finanziare il capitale di rischio per Pmi e startup del Mezzogiorno, varato nel 2009 dal governo Berlusconi.

Cosa dice il fondatore Parodi Giusino?

Arcangelo Riciola ha intervistato per l’Agi – articolo a questo linkil Ceo e fondatore Ugo Parodi Giusino. Che ha detto: «Ci sono varie fasi nella vita di una startup, noi abbiamo capito che non riuscivamo a diventare più grandi di così, a superare la soglia di una media impresa. Il nostro business non era più sostenibile. Chiudere è stata una scelta necessaria».

È mancato, secondo il fondatore di Mosaicoon, «l’accesso a più capitali per crescere nel nostro settore, era quello che ci serviva per scalare ancora, ma non l’abbiamo trovato». Parodi Giusino dice di non volersi fermare e di voler capitalizzare l’esperienza fatta con nuove avventure imprenditoriali. Non è ancora chiaro se l’ex startup siciliana andrà in concordato o in liquidazione, di sicuro ha cessato l’attività. Una luce che si spegne portando con sé il sogno di una Silicon Valley alla siciliana.

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