Barilla, 1 miliardo di investimenti in sostenibilità e innovazione
Un miliardo di euro. A tanto ammonta l’investimento che il Gruppo Barilla ha intenzione di fare nei prossimi cinque anni in sostenibilità e innovazione. A comunicarlo, in occasione della Giornata Mondiale dell’Ambiente, lo stesso presidente del Gruppo, Guido Barilla. Circa il 60% dell’investimento previsto sarà finalizzato ad aumentare il livello di competitività e sostenibilità dell’azienda migliorando processi e tecnologie, mentre più del 40% sarà indirizzato a supportare la crescita geografica e l’innovazione con, tra le prime azioni in campo, l’ampliamento dello stabilimento di Rubbiano, in provincia di Parma, che diventerà il più grande sughificio d’Europa, una fabbrica 4.0 con i più alti standard tecnologici e di risparmio energetico. A ciò seguirà l’aggiornamento e l’innovazione degli asset degli altri stabilimenti italiani e l’aumento della capacità produttiva degli impianti presenti all’estero.
Sul fronte della sostenibilità, il percorso di Barilla è già iniziato da tempo. Come evidenziato dal rapporto «Buono per te, buono per il Pianeta», lo scorso anno l’azienda ha acquistato in media più di 1 milione di tonnellate di grano duro (90% del totale) direttamente nel luogo in cui viene prodotta la pasta. In Italia, ha stipulato contratti di coltivazione per il 57% dei volumi acquistati (430 mila tonnellate) coinvolgendo oltre 5 mila aziende agricole e il progetto dedicato al grano duro sostenibile (che prevede principalmente l’utilizzo del sistema di supporto alle decisioni granoduro.net e del decalogo Barilla) è cresciuto del 26%, con volumi che sono passati da 190 mila tonnellate a 240 mila tonnellate nel 2017.
Non solo, a ciò si aggiunge l’attenzione per il benessere animale che ha portato Barilla a classificarsi come prima azienda italiana nel benchmark globale BBFAW Business Benchmark on Farm Animal Welfare anche grazie al fatto che nella filiera della pasta utilizza il 100% di uova fresche di categoria “A” da galline allevate a terra. E a oggi, il 100% dei fornitori di carni suine e bovine per sughi e pasta ripiena prodotta in Italia (pari all’80% della carne totale utilizzata da Barilla) è allineato alle linee guida sul benessere animale promosse dall’azienda nel 2015.
Raccondo ferroviario e 3300 camion in meno su strada
Ma l’impatto sul pianeta dipende anche dalla salvaguardia ambientale. Va in questa direzione il Treno del grano: il raccordo ferroviario inaugurato a Parma nel 2015 ha permesso di ridurre in media l’immissione di 1100 tonnellate di gas serra ogni anno e il passaggio di 3300 camion sulle strade europee. Nel 2017, per altro, è entrata in azione una nuova flotta di veicoli a metano liquido per il trasporto su strada tra cui anche 3 trattori che hanno consentito una riduzione delle emissioni di ossido di azoto del 70% e del 99% di quello di particolato. Non solo: nei pastifici del Gruppo, per ogni tonnellata prodotta dal 2010 ad oggi, Barilla ha ridotto i consumi idrici del 31% e le emissioni di gas serra del 24%. Per la produzione di sughi e pesti, la riduzione delle risorse idriche è stata del 15%, il calo delle emissioni di CO2 del 49%. E anche i prodotti sono stati sottoposti a un restyling sostenibile, per un ridotto contenuto di sale e zuccheri, e sono stati lanciati nuovi prodotti integrali, ai cereali o legumi, 100% vegetali o senza lattosio. Il tutto, con vasetti e capsule per sughi assolutamente riciclabili.
Guardando al resto del mondo, negli stabilimenti Wasa, brand svedese acquisito da Barilla nel 1999, sono state ridotte dell’82% le emissioni di CO2 e del 15% i consumi d’acqua per ogni tonnellata di prodotto e circa il 70% dei trasporti dei prodotti dalla Svezia alla Norvegia e tra la Germania e la Svezia avvengono su rotaia, con la riduzione delle emissioni di 1.612 tonnellate di CO2 rispetto all’utilizzo del trasporto su gomma.
Solide basi che spingono Barilla a darsi nuovi obiettivi strategici da realizzare già entro i prossimi tre anni come: raddoppiare da 5.000 a 10.000 il numero degli agricoltori coinvolti nel programma di Agricoltura Sostenibile, raddoppiando i volumi di grano sostenibile da filiera italiana; acquistare il 100% delle principali materie prime in linea con il Codice Barilla di Agricoltura Sostenibile; ridurre le emissioni di CO2 e di acqua del 30% rispetto al 2010 e, sul fronte del riciclo, raggiungere l’obiettivo zero rifiuti in discarica. Entro il 2030, invece, si punta a far crescere ancora di più i prodotti integrali, ricchi di fibre o proteine, e a rendere più light i prodotti da forno monoporzione.
Del resto, l’investimento in sostenibilità e innovazione si dimostra perfettamente in linea anche con gli obiettivi economici: l’azienda ha chiuso il 2017 con un fatturato di 3 miliardi 468 milioni di euro, il 3% in più rispetto all’anno precedente.
Silvia Pagliuca