Voucher digitalizzazione, boom di richieste al Mise: 100 mln non bastano
È un successo oltre le aspettative il voucher digitalizzazione Pmi del Ministero dello Sviluppo economico. Tanto che ora il Mise si trova in imbarazzo visto l’altissimo numero di imprese che hanno risposto al bando (scaduto il 9 febbraio) e hanno inviato la domanda online di contributo per acquistare software, hardware o servizi finalizzati a modernizzare l’organizzazione aziendale.
A questo link l’elenco completo delle imprese che hanno presentato domanda.
Sono infatti 91.500 le domande ammissibili arrivate agli uffici del Mise, troppe per essere soddisfatte dai 100 milioni di fondi Pon messi a disposizione dal ministero. Il contributo massimo concesso ad ogni impresa è di 10 mila euro: a questa cifra soltanto 10 mila imprese potrebbero avvalersi del contributo, e oltre 80 mila resterebbero fuori.
Se invece i 100 milioni fossero distribuiti equamente fra tutte le aziende che hanno presentato domanda avendo le carte in regola, il contributo risulterebbe polverizzato. Poco più di mille euro a ciascuna, davvero poco per avviare un reale processo di digitalizzazione (il contributo ministeriale può coprire fino al 50% della spesa prevista).
Ora il Mise corre ai ripari: «Sta verificando la possibilità di integrare la copertura finanziaria dell’intervento» si legge sul sito ministeriale. Nel frattempo dal 15 marzo 2018 le aziende possono cominciare a effettuare le spese programmate nei progetti di digitalizzazione e di ammodernamento tecnologico presentati.
Per ottenere il voucher bisognerà attendere un nuovo decreto ministeriale nel quale sarà pubblicato «l’elenco delle imprese per le quali le previste verifiche sulle dichiarazioni rilasciate all’atto della domanda si saranno concluse positivamente e a indicare l’importo del Voucher assegnato a ciascuna impresa, determinato sulla base delle risorse finanziarie che sarà stato possibile destinare complessivamente all’intervento».