This is Not a Sushi Bar, iniezione di capitale per il food delivery milanese
Il sushi delivery milanese This is Not a Sushi Bar compie dieci anni e rilancia con un aumento di capitale pari a 450 mila euro. Un’operazione è andata in porto con la regia di Nuvolab, il venture accelerator fondato da Francesco Inguscio, coinvolto nella società sei mesi fa dal fondatore Matteo Pittarello, con l’obiettivo di supportarne la crescita con capitali freschi e menti coraggiose.
Entrano nella società business angel con un aumento di capitale per 400mila euro a cui si aggiungono 50mila euro di replacement capital. Tra gli investitori figurano Mega Holding e altri angel italiani attivi nel settore food. This is Not a Sushi Bar, che oggi conta 4 ristoranti a Milano, è la prima catena di sushi delivery attiva nel capoluogo lombardo. Fondata nel 2007, ha fatto del comparto tecnologico il proprio punto di forza. La piattaforma software utilizzata è stata sviluppata internamente e permette di gestire grossi quantitativi di ordini su più punti vendita, sia dal punto di vista logistico produttivo che di contabilizzazione e fatturazione. Solo negli ultimi 12 mesi sono stati gestiti più di 40.000 ordini online, per un fatturato che sfiora 1,4 milioni di euro.
Il network del sushi a casa si allarga
Obiettivo dell’iniezione di capitale è supportare il piano di espansione italiana e internazionale della catena, andando a consolidare l’infrastruttura tecnologica utilizzata nella catena e aprendo nuovi punti vendita in altre città.
«L’intuizione alla base di This is Not a Sushi Bar da sempre è stata quella di coniugare il concetto di fast casual dining con un prodotto di alta qualità consegnato a domicilio, standardizzabile e replicabile su larga scala – afferma Matteo Pittarello, fondatore e Presidente di This is Not a Sushi Bar –. Questa operazione si inserisce in un percorso di discontinuità con il passato (lo scorso aprile, Matteo Pittarello, con Armando Zappalà e altri soci, ha acquisito le quote di controllo degli altri fondatori, ndr), che spinge l’acceleratore sulla sperimentazione digitale, sull’identità e su un modo più moderno di gestire l’azienda, rispettando la nostra vocazione di innovatori del settore. Siamo orgogliosi di poter allargare il progetto grazie all’intervento di nuovi investitori di valore e di esperienza industriale. Ora puntiamo ad espandere la nostra catena di ristoranti fuori Milano, città che ci ha visti nascere come pionieri del food delivery».
“Collaborative rainmaking”
«In meno di 6 mesi di accelerazione – spiega Francesco Inguscio, fondatore e CEO di Nuvolab –, è già stato aperto un nuovo ristorante grazie alla fusione per incorporazione con Japa di Fabio Ionà, sono state stipulate nuove partnership che verranno lanciate a breve, migliorate tutte le metriche operative ed economiche e sono confluiti nella società smart money per finanziare la scalata nazionale. Si conferma l’efficacia del nostro metodo, che definiamo “collaborative rainmaking”: significa, da imprenditori, aiutare altri imprenditori a maturare, fino a farli affiancare dagli industriali più coerenti con il progetto, generando una crescita basata su idee innovative coniugate alla capacità imprenditoriale di trasformarle in aziende di successo».
«Siamo contenti di poter investire in una realtà italiana di giovani innovatori ma che si è già fatta conoscere per la qualità del servizio come This is Not a Sushi Bar – commenta Marco Boroli, partner Mega holding –. Una delle direttrici di sviluppo più promettenti per il nostro Paese è la messa a frutto delle competenze e dei valori che abbiamo nel settore food coniugandole in modo creativo con le nuove pratiche di consumo che passano, in misura sempre maggiore e soprattutto nelle generazioni più giovani, per la mobilità e per il digitale».