"Sulle deep tech possiamo sperare ancora di competere": Fausto Boni, decano dei venture capital italiani
Da 26 anni il fondo di venture capital 360 Capital Partners investe sulle imprese innovative italiane. Era il 1997 e in Europa c’erano in tutto una decina di vc. A inizio anni 2000, in tempi ancora non sospetti, 360 Capital Partners ha puntato su colossi come Yoox e Mutuionline, allora agli albori. “Con il primo fondo raccogliemmo 5 milioni di euro – racconta Fausto Boni, fondatore e partner del fondo – oggi ne abbiamo uno da 500 milioni e 20 professionisti in azienda specializzati sui diversi settori con uffici a Milano e Parigi”.
Dal digitale alle deep tech
Il fondo, che investe in fase early stage o serie A, generalista, investe in tutte le aree, dal digitale puro alle deep tech, ad esclusione di medtech, biotech e pharma. “Il digitale – spiega Boni – oggi è più maturo e c’è grande competizione internazionale, il che rende le aziende che escono da ecosistema più “poveri” come quello italiano svantaggiate rispetto a quelle estere. Sul deep tech invece l’Italia non è svantaggiata grazie a un sistema di ricerca universitaria di alto livello, che genera progetti con forte componente brevettuale. In questi settori non è una questione di soldi, ma di qualità e brevetti e possiamo giocarcela bene con tutti gli altri ecosistemi”.
Piani per il futuro
L’attività di 360 Capital Partners non si è mai fermata e oggi il vc ha in raccolta il secondo fondo per la transizione ecologica che sarà di 200 milioni di euro (il primo ha fatto diversi investimenti in vari paesi europei, due dei quali in Italia) e il secondo fondo in collaborazione con il Politecnico di Milano.
Nel 2018 il Politecnico di Milano ha dato vita a Poli360, fondo di investimento che fa leva sulle potenzialità di ricerca e sul bacino di competenze dell’università, nonché sulla piattaforma di trasferimento tecnologico gestita dal Technology Transfer Office e dall’incubatore di startup PoliHub. Il fondo, gestito appunto da 360 Capital Partners, ha realizzato venti investimenti in quattro anni.
Il primo investimento è stato un early stage su Phononic Vibes, startup focalizzata nel settore dei materiali innovativi per l’isolamento acustico che, da progetto allo stadio di ricerca in laboratorio, oggi è un’azienda con oltre 20 dipendenti e un fatturato in crescita superiore al milione di euro.
Il ritardo italiano
Oggi 360 Capital Partners opera ancora maggiormente in Italia (45% Italia, 35% Francia, 20% resto del mondo) ma Fausto Boni sembra non avere grandi aspettative sul futuro: “L’orientamento di questo governo sembra poco interessato a tecnologia e innovazione e sembra stia togliendo le proposte sul settore – conclude Fausto Boni -. Il governo pensa che l’Italia sia un paese di lidi e pizzerie e presto finiremo tra le realtà in via di sviluppo. Si tratta di guardare le cose che hanno funzionato nei paesi limitrofi, tenendo presente che il ritardo rimane talmente forte che bisogna spingere. Ora non si tratta più di raggiungere la Francia o la Germania: anche Portogallo, Spagna e paesi balcanici ci hanno ampiamente superato, stiamo andando in controtendenza”.